Unioncamere: «Le imprese “coesive” corrono di più»

22 Lug 2016
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Le imprese ‘coesive’ (quelle cioè che intrattengono relazioni con le altre imprese, le comunità, le istituzioni, i consumatori, il terzo settore) hanno una marcia in più che permette loro di andare lontano. Lo racconta il Rapporto di Symbola e Unioncamere “La coesione fa crescere le imprese e i territori: ‘coesione è competizione’” presentato l’8 luglio a Treia.

Secondo la ricerca, le imprese ‘coesive’ hanno registrato nel 2015 aumenti del fatturato, rispetto al 2014, nel 47% dei casi, mentre fra le imprese “non coesive” tale quota si ferma al 38 per cento. Emerge una migliore dinamicità anche sul fronte dell’occupazione: il 10% delle imprese coesive ha dichiarato assunzioni nel 2015, contro il 6% delle altre. Idem per le esportazioni: le imprese coesive hanno ordinativi esteri in aumento nel 50% dei casi, a fronte del 39% delle non coesive, e sono maggiormente presenti sui mercati internazionali (il 76% di esse sono esportatrici contro il 68% delle non coesive).

Sempre le realtà attente alla coesione sono quelle che hanno nel dna una considerazione maggiore di valori come l’ambiente (investono infatti in prodotti e tecnologie green il 53% delle imprese coesive contro il 38% delle non coesive), la creazione di occupazione e di benessere economico e sociale, gli investimenti in qualità (l’81% delle imprese coesive ha fatto social investment nel 2015 contro il 76% delle altre).

L’individuazione delle aziende si è basata sull’indagine Unioncamere sulle Pmi manifatturiere (20-499 addetti), svolta nel 2015 e rivolta a un campione di 1.300 imprese rappresentative dell’universo delle circa 22.000 imprese manifatturiere attive appartenenti ai settori delle tre A del made in Italy (Alimentare/Abbigliamento/Arredamento) e della Meccanica che abbiano un numero di addetti compreso tra le 20 e le 499 unità. La fonte è costituita dal Registro Imprese integrato con i dati occupazionali Inps.

Su queste aziende è stato costruito un indicatore sintetico di “coesività” che ha misurato le relazioni delle imprese rispetto ai soggetti individuati: lavoratori; altre realtà della catena del valore; istituzioni; sistema bancario e mondo associativo; non profit; consumatori.

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