Esg Conference, la ricerca sui fondi pensione

Generali e Prysmian, la prova engagement

20 Giu 2019
Notizie Companies & CSR Commenta Invia ad un amico
L’integrazione Esg passa anche per l’engagement. intanto gli istituzionali si trovano a confrontarsi con gli sviluppi normativi. E aumentano la loro consapevolezza sulle policy

L’integrazione delle policy Esg (Environmental, social and governance) nei fondi pensione cerca ancora un cambio di passo, ma aumenta la consapevolezza degli istituzionali rispetto alla necessità di dotarsi di politiche di sostenibilità. Oltre che la consapevolezza di interventire nella discussione su questi temi. Lo dimostra la percentuale dei rispondenti alla seconda edizione della ricerca “Fondi pensione ed engagement Esg”: il 53% dei 30 fondi pensione interpellati da ETicaNews, che ha sviluppato lo studio con il supporto di Bmo Global Am in collaborazione con Assofondipensione. La seconda edizione della survey è stata discussa in occasione della Esg Business Conference, giornata di confronto sui risultati dell’Integrated governance index (Igi) 2019. La conferenza si è svolta a Milano, lo scorso 13 giugno, nella cornice di Palazzo Giureconsulti. Chiamate a parlare dei risultati della survey sugli istituzionali e sulle tematiche nodali dell’engagement, due società presenti nella Top10 dell’Igi 2019: Generali e Prysmian. Insieme alle società oggetto di analisi dell’Index, hanno discusso della ricerca sui fondi pensione anche gli esperti del settore, da un punto di vista legale e degli investitori:  Maurizio Agazzi, segretario generale di Assofondipensione; Gabriele Arcuri, partner, Corporate/M&A dello studio legale Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners; Andrea Cincinnati Cini, managing partner della società di rating Esg Integrate; e Giampaolo Giannelli, sales director, Italy, Institutional & Intermediary di Bmo Gam.

VIAGGIO NEL PENSIERO INTEGRATO

Un «viaggio nel pensiero integrato». È così che Lucia Silva, head of sustainability and social responsibility del Gruppo Generali, ha definito il percorso intrapreso dalla società come stimolo a ragionare su cosa significhi integrare gli Esg. «Il tema dell’integrazione Esg è ampio – ha commentato Silva –, da cosa veramente interessa gli stakeholderdi in materia di Esg, alle priorità su cosa sia “materiale” nel mondo della sostenibilità. A questi temi si aggiunge il ruolo della comunicazione interna e la governance integrata». E appunto la governance integrata e il dialogo costante con gli stakeholder sono al centro dell’azione dell’altra società presente al tavolo di confronto. «In qualità di pubblic company – ha affermato Lorenzo Caruso, chief communication officer di Prysmian Group – siamo tenuti ad avere un certo dialogo con gli investitori e gli stakeholder. Ma sempre di più includiamo in maniera sostanziale anche  le tematiche Esg, in particolare la governance, nel rapporto con gli operatori della nostra filiera, fornitori e grandi committenti». Caruso ha ribadito come, sul tema dei parametri di sostenibilità, esista una maggiore focalizzazione sulla “G”, meno sulla “E” e sulla “S”. «Forse, in quest’ultimo caso – ha detto –, l’attenzione è più da parte dei clienti, principalmente utility e operatori di telecomunicazione».

LA SCACCHIERA NORMATIVA

Il tema degli investitori istituzionali è rientrato, poi, nella riflessione di Arcuri, di Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partner, che ha fatto riferimento alla «evoluzione culturale» innescata dagli sviluppi normativi. «La direttiva 2341/2016 (la Iorp 2, ndr) ha finalmente messo dei paletti all’interno dei quali occorre muoversi sui rischi Esg negli investimenti». Arcuri ha riportato come il fondo pensione, non sia ancora obbligato a investire in società Esg compliant, «ma a valutare i rischi Esg nei propri investimenti. Quindi – ha sottolineato – da un punto di vista legale si apre un nuovo business, perché quella che prima era una valutazione legata a un corretto funzionamento della corporate governance si estende ad altri fattori». E l’evoluzione normativa, che ha interessato tutto il contesto europeo, va a definire un perimetro concreto in un Paese, come l’Italia che, secondo Giannelli di Bmo, rispetto ai Paesi del Centro e Nord Europa ha una conoscenza ancora «frammentata» del settore. I rischi Esg, ha continuato, mettono gli investitori di fronte a tre quesiti fondamentali: «In primo luogo, come si fa la valutazione? E, una volta valutati tali rischi, come vengono integrati nel processo di investimento?». Da ultimo il reporting: «Come rendicontare ai vari portatori di interessi sull’attività che è stata fatta? Tutto questo  – ha concluso Giannelli – significa dover mettere in piedi una struttura nei fondi pensione, che comporta figure di presidio e costi che devono essere valutati».

Agazzi, di Assofondipensione, dopo aver riportato uno stralcio dell’ultima relazione annuale Covip, in cui si è certificato l’ingresso degli Esg nella vita quotidiana dei fondi pensione, ha riportato l’attenzione sull’interlocuzione con case di gestione e aderenti agli enti previdenziali.  «Il fondo pensione  – ha sottolineato – in questo contesto non si configura come un investitore diretto, ma diventa un portatore di interesse per i propri clienti», di conseguenza «rappresenta un universo in cui un confronto con le aziende può avere diversi obiettivi sia come business, sia come scelte di investimento e rapporto con gli stakeholder». Da qui l’importanza della valutazione, sotto il profilo Esg, di una società, argomento al centro dell’intervento di Cincinnati di Integrate, che ha sottolineato come, nel lavoro di ricerca e valutazione, la società faccia affidamento, principalmente, sui dati pubblici. «Le informazioni, però – ha ribadito – peccano ancora di standardizzazione coerenza e profondità e, a volte,  diventa difficile un’analisi di comparazione». Cincinnati ha poi riportato le conclusioni di uno studio empirico, effettuato da Integrate, sulle tre variabili Esg. «Abbiamo esaminato l’influsso della governance sul fattore S e sulla E. è emerso come alcuni fattori chiave della G andavano a costruire forti dinamiche con le altre due variabili; sicuramente la parte social è un aspetto fondamentale, tanto che – ha concluso – anche aziende con una certa diversity al loro interno hanno dimostrato performance molto buone anche empiricamente».

Raffaela Ulgheri

0 commenti

Lascia un commento