Invito degli investitori a “build back better”

Tutti scrivono a Biden: ripensare al clima

22 Apr 2021
Notizie SRI Finance Commenta Invia ad un amico
I ceo di Cdp, Ceres e Unpri hanno inviato una missiva all’amministrazione Usa invitandola ad adottare politiche che permettano al Paese di ripristinare la “leadership” climatica. Lo stesso giorno centinaia di aziende e investitori hanno chiesto una politica di azione climatica per ridurre le emissioni di gas serra

Una richiesta esplicita e diretta al leader della maggiore economia mondiale perché rispristini la “leadership” climatica del Paese.  La scorsa settimana con due diverse missive inoltrate lo stesso giorno, tre grandi organizzazioni e associazioni ambientaliste internazionali e una platea di aziende e piccoli investitori hanno invitato l’amministrazione Biden a “build back better” (ricostruire meglio) all’interno di un processo di ricostruzione degli obiettivi climatici per la politica statunitense.

Le lettere sono state pubblicate mentre il mondo attende l’annuncio della nuova amministrazione Usa (arrivata proprio oggi, 22 aprile) al vertice sul clima in occasione della Giornata mondiale della Terra, di un obiettivo di riduzione delle emissioni per il 2030, o di un contributo determinato a livello nazionale (Ndc) in linea con l’accordo di Parigi.

LA LETTERA DELLE TRE “BIG”

Come riportato dalla rassegna sostenibile di lunedì (Et.Observer/ 256 – Ceres, Unpri e Cdp scrivono a Biden sul clima), nella prima lettera i ceo di tre grandi gruppi di investitori e attivisti, Paul Simpson di Cdp (ex Carbon disclosure project), Mindy Lubber di Ceres, e Fiona Reynolds dei Principles for responsible investment (UnPri) in rappresentanza di centinaia di investitori istituzionali e migliaia di asset in gestione, hanno approvato la rapidità di ripristino delle protezioni ambientali negli Usa e il ritorno agli Accordi di Parigi, e hanno esortato il Congresso a promulgare una legislazione sulle infrastrutture per costruire un’economia net zero più giusta e sostenibile. In particolare, nella missiva i leader dei gruppi raccomandano alla nuova amministrazione statunitense di:

  • Realizzare un piano di infrastrutture per l’energia pulita che guidi la creazione di ricchezza equa e la crescita dei posti di lavoro.
  • Affrontare il cambiamento climatico come rischio finanziario sistemico. In questo caso il riferimento va all’implementazione della disclosure obbligatoria del rischio climatico in linea con le raccomandazioni della Task Force for Climate-related Financial Disclosures (Tcfd) e la richiesta di azioni di supervisione bancaria che affrontino i rischi climatici.
  • Implementare politiche nazionali per raggiungere gli obiettivi netti zero e incentivare gli investimenti privati (con l’eliminazione dei sussidi ai combustibili fossili e la graduale eliminazione del carbone termico).
  • Promuovere la giustizia ambientale per assicurare una transizione giusta verso il Net Zero.

I tre gruppi hanno chiesto all’amministrazione Usa di adottare anche un obiettivo di riduzione del 50% delle emissioni di gas serra entro il 2030, in modo da assicurare una transizione graduale verso il Net Zero carbon entro il 2050 o prima, il che a sua volta contribuirà a limitare l’aumento della temperatura media globale a 1,5 gradi Celsius. «Un’azione coraggiosa per il clima in casa – scrivono i firmatari – permetterà anche agli Stati Uniti di convincere altri Paesi a fissare obiettivi simili in vista della 26esima conferenza delle parti sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite (Cop26)» programmata a Glasgow, a novembre.

ANCHE LE IMPRESE USA SCRIVONO AL PRESIDENTE

Una richiesta condivisa anche da centinaia di aziende e investitori statunitensi, 408 per la precisione, che hanno chiesto di definire una politica di azione climatica e obiettivi ambiziosi per ridurre le emissioni di gas serra entro il 2030. Anche in questo caso la lettera inviata all’amministrazione Biden, è stata sottoscritta da aziende che vanno dalle piccole imprese alle multinazionali, tra queste molte hanno già fissato o stanno fissando obiettivi di riduzione delle emissioni in linea con gli obiettivi dell’accordo di Parigi.

I 408 firmatari, tra cui emergono nomi del calibro di Apple, Microsoft, Walmart, Verizon e Unilever rappresentano una platea di oltre 7 milioni di lavoratori in tutti i 50 Stati, oltre 4mila miliardi di fatturato annuo e circa mille miliardi di asset in gestione. «Molti di noi hanno fissato o stanno fissando degli obiettivi di riduzione delle emissioni» in linea con gli accordi di Parigi. «Se si alza il livello della nostra ambizione a livello nazionale – si legge nella missiva –, noi alzeremo il livello della nostra stessa ambizione per far avanzare gli Stati Uniti in questo percorso».

Il documento, coordinato dalla coalizione We Mean Business e Ceres, sostiene che “l’obiettivo audace” di tagliare le emissioni globali di gas serra di almeno il 50% rispetto ai livelli del 2005 entro il 2030 aiuterà anche a stimolare una robusta ripresa economica e permetterà agli Stati Uniti di “costruire meglio” dalla pandemia del coronavirus.

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