Alessi, dove la Csr è proseguita anche per gli esuberi

16 Set 2019
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Cosa può fare una fondazione aziendale per i dipendenti, in fasi di crisi dell’impresa. Un esempio interessante arriva dall’Alessi di Verbania. Con la chiusura del processo di ristrutturazione, annunciato la scorsa settimana contestualmente alla presentazione del Piano di Sviluppo, si chiude anche il progetto avviato dalla Fondazione Buon Lavoro a sostegno dei dipendenti dell’azienda.

A fine gennaio, con l’apertura dello Stato di Crisi in Alessi e l’annuncio di 80 esuberi, pur non essendo coinvolta nell’accordo tra azienda e parti sociali, la Fondazione costituita da Michele Alessi ha dialogato con entrambe al fine di avviare un intervento rivolto ai dipendenti, con l’obiettivo di costruire nuove opportunità professionali per coloro che stessero valutando la possibilità di lasciare l’azienda su base volontaria.

«Pur essendo uscito dall’azienda l’anno scorso – dice Michele Alessi – al momento dell’apertura dello Stato di Crisi la mia priorità è stata quella di stare vicino alle persone con cui ho lavorato per tutta la vita, come avrei fatto se ancora fossi stato il loro datore di lavoro. Anche al di là dei vincoli normativi e contrattuali, mi sono sentito chiamato a fare tutto il possibile per rispettare l’impegno che a suo tempo avevo preso con le persone: un buon lavoro, a tempo indeterminato».

Il progetto è intervenuto parallelamente su 3 fronti complementari:

  • Formazione finalizzata alla riqualificazione e ricollocazione professionale, in partnership con VCO Formazione;
  • Sostegno alla ricollocazione, mappando e facendo emergere (anche proponendo incentivi alle aziende) le opportunità di lavoro sul territorio, anche in collaborazione con i centri per l’impiego, le agenzie e gli altri attori del mondo del lavoro locale
  • Supporto, consulenza e incubazione di nuove attività imprenditoriali che avessero, in particolare, un impatto positivo sul contesto

Al primo incontro di presentazione della Fondazione, hanno partecipato più di 200 persone. Nelle settimane successive, oltre la metà si è iscritta al database aperto ad hoc, valutando quindi la possibilità di percorsi alternativi rispetto alla loro occupazione in Alessi. Con ognuno è stato
avviato un dialogo, ogni singolo caso preso in carico individualmente.

Tra le persone che hanno scelto di uscire dalla Alessi, al netto di coloro che che si sono avviati verso la pensione, quasi 3 su 4 di coloro che hanno trovato una soluzione alternativa sono state in qualche modo supportate dalla Fondazione.
In particolare:

  • anche grazie a decine di colloqui organizzati tra le persone e le imprese del territorio, 13 persone hanno trovato un nuovo impiego, per la maggior parte a tempo indeterminato. Alcuni di queste opportunità sono emerse grazie al lavoro della Fondazione, altre solo incentivate, ma ogni caso è stato seguito individualmente fino all’accordo;
  • in totale, sono 37 le imprese del territorio che hanno risposto all’appello della Fondazione, segnalando più di 60 posti di lavoro; al di là dell’opportunità concreta che questo rappresenta, per la Fondazione è stata occasione di condividere la visione che la caratterizza, proponendo alle aziende partner di sottoscriverla: il lavoro come fonte di realizzazione, nell’ambito di una economia responsabile, inclusiva e sostenibile
  • 7 nuove attività imprenditoriali sono in fase di avviamento grazie al percorso di incubazione “La mia Impresa”, creando nuovo valore per il territorio oltre che per le persone coinvolte;
  • 8 persone, tra quelle iscritte alla Fondazione ed effettivamente uscite dall’azienda, sono ancora in fase di definizione delle loro prospettive professionali. Qualora lo desiderassero, la Fondazione continuerà ad accompagnarle e sostenerle fino a che ogni caso sarà positivamente risolto.
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