Assofondipensione: sguardo all’economia reale in attesa della politica

13 Dic 2018
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Assofondipensione lancia una rete territoriale nazionale per avvicinarsi ai sottoscrittori, attuali e potenziali. E per spingere in maniera decisa sulla informazione e formazione finanziaria e previdenziale. Lo ha sottolineato il presidente dell’associazione previdenziale, Giovanni Maggi, in occasione dell’assemblea dell’organizzazione l’11 dicembre a Roma. «Serve un piano straordinario di alfabetizzazione previdenziale – ha detto – che sia uno sforzo congiunto di tutti. E la nostra associazione sarà in prima linea in questo sforzo anche di comunicazione». Uno sforzo per fare consapevolezza sul futuro, e «anche per contrastare i flussi di investimenti oggi guidati facilmente da informazioni non corrette».
L’altro punto chiave evidenziato da Maggi è lo sforzo per investire nell’economia reale. «Al centro delle nostre valutazioni – ha spiegato – c’è l’intento di rendere coerente l’obiettivo previdenziale con quello di crescita del Paese». «I nostri fondi soci – ha proseguito – sono oggi un player importante per la crescita. Ed è in fase di definizione una iniziativa consortile, un bando comune, per iniziative su economia reale, con advisor specializzati in valutazione rischi».

Sono 30, a oggi, i fondi pensione negoziali associati ad Assofondipensione. A fine settembre 2018, con 155mila nuove adesioni nel corso dell’anno (+5,5%), il numero complessivo degli iscritti è arrivato alla soglia dei 3 milioni. Alla stessa data il patrimonio, in crescita del 3,5%, superava i 51 miliardi. «Del totale della previdenza complementare in Italia – si legge in una nota – (circa 8 milioni di iscritti alle diverse tipologie di fondi e strumenti assicurativi con 167,2 miliardi di risorse) i fondi negoziali costituiscono quindi una parte rilevante».

Nel corso dell’intervento, Maggi ha lanciato anche un chiaro j’accuse contro la politica. «Servirebbe promuovere in tutte le sedi uno sforzo del legislatore, per incentivare investimenti previdenziali. Anche i Pir potevano essere oggetto di attenzione: la stessa Covip li aveva individuati come strumenti utili. Ma non è arrivato nulla».

Scorrendo i numeri messi a disposizione dall’Associazione, si legge, ad esempio, che «a fine 2017 solo il 19% degli under 34 aveva optato per la previdenza complementare, oltre un terzo in meno rispetto alle fasce più anziane», e la stessa associazione ritiene ormai  «indilazionabile un intervento che possa favorire nuovamente le adesioni, soprattutto da parte delle categorie attualmente meno coinvolte (giovani, donne, piccole imprese, autonomi e lavoratori discontinui)». Spiace invece rilevare, sottolinea ancora Maggi, che «nella manovra di bilancio non sono previste misure a sostegno dei fondi pensione, salvo misure di incentivo in venture capital» (più speculativi e lontani dalla natura dei fondi pensione).

L’Associazione ha rilanciato, ancora una volta, la richiesta di un incontro con il governo per un piano organico sugli strumenti previdenziali. «Esco da questa assemble con due convinzioni – ha concluso il presidente -. La prima è che Assofondipensione sia coesa nelle proprie sfide; la seconda è che queste sfide dovremo giocarcele da soli, senza la politica. Che stiamo cercando di interpellare in tutti i modi, ma che anche oggi non si è fatta vedere, non capisco se per timore di “sporcarsi” o se per timore di non essere all’altezza».

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