Classifica Degroof Petercam: anche la Francia tra i bocciati

3 Dic 2018
In breve Tools & Research Commenta Invia ad un amico

L’Europa, in particolare quella del nord e di lingua tedesca, si conferma dominatrice della classifica semestrale sulla sostenibilità dei 35 Paesi Ocse presentata da Degroof Petercam Asset Management. La società di gestione, dal 2002 pioniere negli investimenti responsabili, effettua questa analisi da oltre 10 anni (dal 2007) con lo scopo di definire l’universo di investimento del fondo obbligazionario governativo Sri DPAM L Bonds Government Sustainable, dal quale vengono esclusi quei Paesi che occupano la metà inferiore della classifica.

Rispetto all’ultima rilevazione il podio risulta immutato, con Norvegia, Danimarca e Svizzera a comporre il terzetto di testa. L’Islanda spodesta la Svezia dal quarto posto, la Germania rimane sesta, mentre l’Austria rientra tra i primi dieci (in decima posizione) a scapito della Nuova Zelanda. Degna di nota la bocciatura della Francia che, pur perdendo una sola posizione, scivola nella metà peggiore della classifica, uscendo dall’universo investibile (in compagnia di Paesi come gli Stati Uniti, il Giappone e la Spagna).

L’Italia (29esima) conferma il suo posizionamento, rimanendo nella metà bassa della classifica, una costante dall’inizio delle rilevazioni di Degroof Petercam AM. Negli ultimi cinque anni il punteggio totale registrato dal Paese si è aggirato tra 50 e 55, a causa di limiti strutturali quali la debolezza delle istituzioni in termini di trasparenza e rispetto dei valori democratici, la distribuzione della ricchezza e l’accesso a cure sanitarie di qualità. La dimensione dell’istruzione e dell’innovazione è particolarmente deficitaria: l’Italia rimane indietro in termini di investimenti in ricerca e sviluppo, accesso a internet e di numero di laureati. La percentuale di appartenenti alla fascia di età 25-34 che hanno raggiunto il livello più alto di istruzione è infatti ampiamente al di sotto della media Ocse. L’immigrazione, infine, difficilmente risolverà il problema, dato che l’Italia conta uno dei tassi più alti di adulti nati all’estero che non hanno completato nemmeno l’istruzione secondaria superiore.

0 commenti

Lascia un commento