Così la filantropia europea può contribuire alla ripresa

3 Lug 2020
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Immaginare una nuova filantropia in Europa per renderla innovativa, capace di prendere rischi, flessibile, resiliente e veloce nel disporre delle proprie risorse. È questo l’obiettivo del report “Reimagining European philanthropy”, realizzato da McKinsey con la collaborazione di Donors and Foundations Networks in Europe (Dafne). Il documento offre un approfondimento sulla risposta filantropica in Europa alla crisi Covid-19, fornisce spunti su come la pandemia cambierà la filantropia e delinea il ruolo che questa potrebbe assumere per contribuire alla ripresa.

Lo studio si concentra sui Paesi dell’Unione europea, a cui si aggiungono Norvegia, Svizzera e Regno Unito. Per realizzare il report sono stati utilizzati i dati disponibili pubblicamente e sono state intervistate 24 organizzazioni di sette Paesi europei. Per l’Italia hanno contribuito Assifero, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione della Comunità Bresciana, Fondazione di Comunità di Messina e Fondazione Paideia.

Il documento sottolinea che fino a maggio la filantropia europea ha impegnato oltre 1,1 miliardi di euro, raccolti da società, fondazioni e individui facoltosi, per supportare l’assistenza sanitaria d’emergenza e i partner non profit in difficoltà. Inoltre, la maggioranza dei dirigenti di grandi fondazioni europee intervistati ha confermato che, nonostante le pressioni finanziarie, le loro organizzazioni stanno pianificando di mantenere o addirittura aumentare i budget per le sovvenzioni per il 2020 e il 2021, per far fronte alle crescenti esigenze nelle loro aree di intervento.

Il report arriva alla conclusione che il settore filantropico in Europa dovrebbe rivalutare il suo portafogli di iniziative e reinventare il modo in cui funziona. In futuro, infatti, saranno necessarie iniziative decisive e audaci, che favoriscano un cambiamento sistematico, per trasformare questa crisi in un’opportunità.

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