ET.Analist/ Schroders: «Dopo la pandemia la ripresa potrà essere “green”»

29 Set 2020
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ET.Analist è lo spazio in cui ETicaNews raccoglie i contributi di analisti, asset manager e studiosi che fanno il punto su temi specifici del mondo della finanza sostenibile. Nell’ultimo numero (Finanza Sri, ultimi report degli analisti/ 19) Irene Lauro, Economista, Schroders, nel report “Schroders: “verde” o “marrone”? Anche il colore della ripresa conta per gli investitori” evidenzia come l’attuale crisi possa portare a una riduzione delle emissioni di CO2 al livello più basso dal 2010.

L’Agenzia Internazionale dell’Energia (Aie), infatti, stima un calo dell’8% rispetto al 2019 e si prevede che quest’anno la domanda totale di energia primaria si contrarrà a livello globale di circa il 6%, «uno shock circa sette volte superiore a quello verificatosi durante la crisi finanziaria del 2008-09», sottolinea Scroders. Tuttavia, rilevano gli analisti, «le emissioni tendono a muoversi di pari passo con l’attività economica, e quindi dovrebbero rimbalzare via via che la ripresa diventa più solida».

Se alle crisi precedenti ha fatto seguito una “ripresa marrone” questa volta si potrebbe lavorare per una “ripresa verde”? La risposta va ricercata in diversi ambiti. Da un lato la pandemia ha cambiato in modo significativo le previsioni per il mercato del petrolio, la cui domanda deriva in buona parte dal settore dei trasporti, molto colpito dai lockdown (specie quello aereo), e si stima che queste pressioni rimangano anche dopo il miglioramento della pandemia. «L’industria era già sotto pressione prima del virus, a causa delle preoccupazioni ambientali e di regolamentazioni pubbliche più stringenti».

Anche le pressioni ambientali stanno giocando un ruolo importante e nonostante la possibilità di un nuovo aumento dei prezzi del petrolio, molti di questi asset potrebbero non essere estratti. Tutte le aziende europee hanno fissato target per la riduzione del carbonio, in base ai dati della Transition Pathway Initiative (Tpi), e cinque tra le principali compagnie (BP, Eni, Repsol, Shell e Total) hanno aggiornato di recente i loro obiettivi ambientali di lungo termine. La pressione affinché le aziende si preoccupino dei cambiamenti climatici, dunque, è destinata a crescere e i mercati finanziari dovrebbero quindi iniziare a includere nelle loro valutazioni il rischio economico della transizione verso minori emissioni. Una ripresa “verde”, dunque, potrebbe essere più solida di una ripresa “marrone”.

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