Greenpeace, il distretto di Prato è il cuore della rivoluzione Detox

6 Lug 2016
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Zara, H&M e Benetton sono i marchi “all’Avanguardia”, perché hanno tenuto fede ai loro impegni verso la completa eliminazione delle sostanze tossiche. Al contrario Esprit, Nike, Victoria’s Secret, e LiNing vengono relegati nella categoria “Retrovie” perché non hanno compiuto i passi necessari a impedire l’inquinamento da sostanze chimiche generato dalle loro filiere produttive. 

 Così Greenpeace classifica i marchi della moda sulla base dell’analisi “Sfilata Detox” appena pubblicata. Lo studio valuta i progressi di 19 grandi marchi della moda verso la completa eliminazione delle sostanze tossiche. La Sfilata Detox valuta le prestazioni delle aziende che hanno aderito alla campagna di Greenpeace,  con la sottoscrizione dell’impegno Detox, secondo criteri come l’eliminazione delle sostanze chimiche pericolose dai loro prodotti e dai processi produttivi e la pubblicazione di informazioni trasparenti sugli scarichi di sostanze tossiche da parte dei propri fornitori.

 Dei 19 marchi internazionali valutati, 12 si trovano nella categoria “La moda che cambia” ovvero rientrano tra quelli che, nonostante i numerosi progressi, devono  migliorare in alcuni criteri di valutazione per poter rispettare le scadenze del 2020, che prevedono la completa eliminazione delle sostanze tossiche. Ad esempio, spiega Greenpeace, Adidas, Burberry, Levi’s, Primark e Puma, adottando la lista di sostanze da eliminare proposta dal gruppo Zdhc (Zero Discharge of Hazardous Chemicals), che valuta solo le immissioni di sostanze inquinanti e prevede limiti di tolleranza per alcune sostanze chimiche, continuano a tollerare l’inquinamento prodotto nelle varie fasi di lavorazione. Altri marchi come C&A, Fast Retailing, G-Star, Mango e gli italiani Valentino e Miroglio pur rientrando nella stessa categoria, hanno un punteggio più alto poiché hanno ottenuto risultati migliori in termini di eliminazione delle sostanze chimiche e trasparenza delle filiere produttive.

Il settore tessile italiano al contrario ha dimostrato una maggiore sensibilità per quel che riguarda l’eliminazione delle sostanze tossiche. Infatti, tra le aziende del nostro paese che hanno sottoscritto l’impegno Detox, oltre a marchi famosi come Benetton, Valentino e Miroglio, ci sono ben 50 aziende tessili e 27 di queste appartengono al distretto di Prato, il più grande distretto tessile europeo, che di fatto è diventato il cuore della rivoluzione Detox in atto nel nostro Paese.

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