Lotta al climate change funziona per emulazione di quartiere

9 Set 2019
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In uno studio pubblicato lo scorso luglio sulla Review of Environmental Economics and Policy (“Cooperation in the Climate Commons“), ricercatori dell’Università di Bologna, della Georgia State University (Usa) e della Princeton University (Usa) hanno fatto il punto dei numerosi esperimenti e contributi di ricerca che si sono accumulati negli ultimi anni sul tema della cooperazione per la gestione sostenibile dei beni comuni locali e globali, con un’attenzione particolare all’attenuazione dei cambiamenti climatici. Gli autori sono Stefano Carattini (Georgia State University, Usa), Simon Levin (Princeton University, Usa) e Alessandro Tavoni (Università di Bologna). Dai risultati emerge che i cittadini sono spinti a compiere azioni utili per l’ambiente quando la loro visibilità è alta a livello locale: un effetto a catena che moltiplica la diffusione dei comportamenti positivi fino a trasformarli in “norme sociali”. Non solo, aggiungono i ricercatori: questo meccanismo di azione dal basso può allargarsi fino a produrre trasformazioni su larga scala e arrivare ad influenzare anche gli accordi internazionali sul clima.

Come dimostrano le difficoltà che emergono quando si cerca di stabilire e far rispettare accordi a livello internazionale, non è semplice dare impulso ad azioni comuni per la lotta al cambiamento climatico. Per almeno due motivi: i benefici che derivano dal comportamento virtuoso di un singolo attore (che sia una persona o uno stato) vengono goduti anche da chi non ha adottato lo stesso comportamento, e l’effetto di questi benefici non è comunque immediato, ma andrà ad influenzare soprattutto le generazioni future.

«Un potenziale ancora poco sviluppato per superare questi ostacoli – suggeriscono i ricercatori – è quello delle azioni locali». Il comportamento delle persone è influenzato infatti dalle norme sociali che prendono forma intorno a loro: «come agiscono i vicini, i conoscenti, i colleghi, cosa succede e come si trasforma l’area in cui vivono». E questo vale anche per i comportamenti legati ai cambiamenti climatici, nonostante la dimensione globale del problema.

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