Una ricerca su 919 ceo mostra i rischi di "partenze improvvise"

Successione, non avere un piano costa

29 Nov 2019
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Le dimissioni dell’Ad possono arrivare all’improvviso. Ma le aziende non sono sempre preparate. Uno studio pubblicato sul Journal of Financial Research ha stimato che avere un piano d’emergenza fa risparmiare 136 milioni di dollari

Non predisporre un piano di successione efficace per l’amministratore delegato può costare molto caro a un’azienda. In media, in caso di partenza improvvisa del ceo, circa 136 milioni di dollari. A stimarlo è stato uno studio del 2018 pubblicato sull’International Journal of Financial Research, a firma Mia L. Rivolta, della Xavier University di Cincinnati, Ohio.

La ricerca ha raccolto e analizzato dati sulle dimissioni di 919 ceo (di aziende Usa dell’S&P 1500), di cui 843 pianificate e 76 classificabili come “inaspettate” (per dimissioni improvvise, malattia o morte), nel periodo 1999-2008. Per misurare statisticamente il costo medio di una mancata pianificazione, Rivolta ha considerato i rendimenti cumulativi azionari in seguito all’annuncio di partenza, e la variazione del rendimento delle attività (return on assets, Roa). Dai risultati, emerge che le aziende con piani di successione programmati registrano “costi di transizione” sensibilmente inferiori (in media di 136 milioni) rispetto a quelli osservati nei casi di partenze inattese.

Le aziende sono consapevoli dell’entità di questo rischio? Il 2018, negli Stati Uniti, è stato l’anno con il più alto tasso di turnover dei ceo dall’ultima recessione, e il 2019 sembra continuare a registrare un trend molto simile. Eppure, come scrivono sul blog del Mit Sloan Robert Hooijberg e Nancy Lane, dell’Imd di Losanna, nel 2016 oltre la metà (58%) dei consiglieri di amministrazione delle società S&P 500 non aveva in atto piani di successione di emergenza. Il 52% affermava inoltre che si sarebbe rivolto a un estraneo in caso di sostituzione del ceo, e soltanto il 35% prevedeva un candidato interno all’azienda.

Gli effetti negativi di un cambio di vertice “improvvisato”, come la temporanea mancanza di una guida e l’incertezza di manager e dipendenti sui comportamenti da seguire, e sulle possibili conseguenze della transizione (fra le quali, a volte, anche il licenziamento), sembrano quindi non essere ancora pienamente considerati nella governance aziendale. D’altro canto, una pianificazione di emergenza per la successione del ceo è un’operazione costosa, e le aziende potrebbero ritenere che i costi per predisposizione un piano superino i suoi benefici.

Secondo Mia L. Rivolta, tuttavia, queste decisioni sarebbero frutto di mancanza di informazione e di dati empirici: «Sebbene la pianificazione della successione degli amministratori delegati abbia ricevuto molta attenzione – si legge nella ricerca –, c’è stata una carenza di studi che ne valutano la necessità. Inoltre, il processo di pianificazione della successione non è stato ancora chiaramente descritto, forse perché difficile da osservare e valutare». Per questo motivo, lo studio si propone di fornire evidenze scientifiche a supporto delle aziende: «Data l’entità della differenza nel valore dell’impresa associata alla pianificazione della successione, non c’è dubbio che i costi supereranno i benefici».

Fabio Fiorucci

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