Annual Institutional Investor Survey 2017 di Morrow Sodali

I fondi chiedono l’integrated governance

7 Mar 2017
Notizie ESG Governance Commenta Invia ad un amico
La ricerca, che ha coinvolto investitori per circa 24mila miliardi di dollari in gestione, ha individuato quattro leve di azione: dall’importanza dell’Esg e dell’engagement, alla remunerazioni dei board e l’attivismo degli azionisti. Alle aziende chiedono team dedicati

Quadrato_ETpro_ISRendere compatibili gli obiettivi di investitori e società quotate è la base su cui costruire il valore nel lungo periodo. Anche chiedendo alla controparte (le aziende) di creare dei team interni dedicati alla gestione dell’Esg (Environmental, social and governance). L’Annual Institutional Investor Survey 2017 di Morrow Sodali ha inquadrato il discorso legato alla sostenibilità come un tema fondamentale, che verrà riproposto puntualmente nei prossimi meeting annuali degli investitori istituzionali. Mettendo in evidenza la crucialità della integrated governance (governance che integra la sostenibilità) oggetto del sondaggio e dell’Index lanciato nelle scorse settimane da ETicaNews.

La società di consulenza, leader nel settore della corporate governance, ha somministrato il questionario tra dicembre 2016 e gennaio 2017. Come riportato anche dalla Rassegna sostenibile di ieri (L’occhio sostenibile della settimana /88Orizzonte Esg per gli istituzionali), la ricerca ha coinvolto investitori istituzionali per circa 24mila miliardi di dollari in gestione (Aum – Asset underm management), con una suddivisione geografica fortemente orientata al mondo anglosassone (50% nel Regno Unito, 28% negli Usa; 18% Unione europea e 4% Asia).

QUATTRO LEVE

Le leve a disposizione degli istituzionali, all’interno del perimetro della governance aziendale, sono diverse. Morrow Sodali ne individua quattro. Oltre alla verifica di una migliore diffusione delle pratiche ambientali, sociali e di governance e le attività di engagement in questa direzione, c’è spazio di movimento anche all’interno delle board dynamics, che comprendono la presenza dei giusti requisiti per l’accesso ai piani alti delle aziende e la valutazione trasparente di questi ultimi; accanto a questi due ambiti di azione si pongono altri due elementi “propulsivi”: la remunerazione dei dirigenti e l’attivismo degli shareholder.

Una conferma della ormai diffusa necessità delle aziende, che si trovano a rispondere agli investitori in termini di trasparenza, è rappresentata dall’aumento del numero dei codici di stewardship: gli investitori premono perché gli organi societari dimostrino un adeguamento della governance all’interno delle strategie di business.

INVESTITORI GUIDATI DALLA SOSTENIBILITÀ

Il dato più interessante riguarda le implicazioni Esg nelle decisioni degli investitori. L’azionario è, tradizionalmente, più sensibile a queste tematiche e lo conferma anche il risultato del sondaggio: circa tre quarti degli intervistati, che corrisponde a un totale di 14mila miliardi di Aum, vede la divulgazione di queste informazioni come parte fondamentale delle loro decisioni di investimento (o disinvestimento). Appena un 2% non assegna un peso specifico alla sostenibilità nella scacchiera dell’allocazione degli investimenti.

Anche il mondo dell’obbligazionario e del reddito fisso conferma la tendenza. Ma qui solo il 15% degli investitori ritiene che la performance Esg sia fondamentale nel prendere decisioni di investimento relative al reddito fisso. La maggioranza (57%) si è dichiarata ancora in una fase di studio e di determinazione del loro impatto, pur riconoscendone l’importanza.

ORIZZONTE ENGAGEMENT

È un tema ricorrente, poi, quello delle «preoccupazioni» degli istituzionali, che si confrontano principalmente con orizzonti di lungo periodo e devono fare i conti con il fattore «tempo» anche nella loro attività di engagement. Nell’analisi dei temi oggetto di interesse nel prossimo futuro, uno sguardo obbligato è quello legato anche ai cambiamenti in atto, non solo di ordine finanziario, ma anche politico, sociale e, come si è visto, ambientale. Il climate change è l’argomento più sentito: gli intervistati che detengono la metà degli asset presi in considerazione (50% degli Aum) vedono nel cambiamento climatico l’argomento principe nelle scelte di investimento del 2017. Con tutte le implicazioni che comporta, dunque, dallo screening negativo al divestment. Alla lotta contro l’insorgere della Co2 segue il problema della remunerazione dei board e della gender diversity (35% Aum). Una percentuale molto ampia (30%) tiene conto anche delle implicazioni legate alla ciber security. Da sottolineare come, la maggior parte degli istituzionali (quelli che detengono 55% degli asset in gestione) ritiene di poter migliorare la propria azione se si confronta con un team dedicato Esg nelle aziende in portafoglio.

Raffaela Ulgheri

@raffaelaulgheri

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