al salone dello SRI ha parlato l'analista Katy Grant

La stewardship secondo Aberdeen

21 Nov 2017
Notizie ESG Market Commenta Invia ad un amico
Aberdeen presenta la propria strategia stewardship in una conference dedicata del Salone dello Sri. Grant: «Puntiamo su rapporti di valore e lunga durata con le società in cui investiamo e realizziamo analisi Esg a tutto tondo. Lo chiedono i clienti»

Prevedere tutti i rischi degli investimenti «perché i clienti se lo aspettano e ce lo richiedono sempre di più». E  lavorare con le aziende «costruendo rapporti di valore e di lunga durata». Si muove tra questi paletti, e seguendo il faro degli investimenti socialmente responsabili, il codice stewardship di Aberdeen Standard Investment. A parlarne nel corso di un incontro all’interno del Salone dello Sri dello scorso 14 novembre è stata Katy Grant, senior analyst e responsabile degli investimenti per la società di gestione anglosassone.

La manager ha sottolineato l’importanza che il gruppo cerca di dare alla stewardship, con la quale si sforza di includere diversi aspetti dell’attività mirata a «supervisionare, proteggere e prendersi cura degli asset d’investimento». E, per farlo, i fattori ambientali, sociali e di governance sono tutt’altro che secondari. «Dobbiamo conoscere tutti i rischi intrinsechi del nostro investimento: questo ci serve per mitigarli e i clienti si aspettano sempre di più che prevediamo anche i rischi in ambito Esg», ha detto Grant.

STEWARDSHIP E CONOSCENZA DELL’INVESTITORE

Aberdeen gestisce la stewardship in vari step. Effettuando una valutazione del rischio degli asset prima e dopo l’investimento. Ma collegando anche la gestione del rischio, in modo olistico, con cultura, strategia e remunerazione. E inserendo quindi l’utilizzo delle valutazioni di rischio fatte nelle decisioni di investimento.

Tutti questi concetti hanno delle ricadute pratiche nell’attività di Aberdeen. Ha detto ancora Grant: «Il nostro è un approccio che consente al gestore di conoscere l’azienda prima di proporre un investimento. E quando noi non riusciamo a capire fino in fondo come si comporta una determinata azienda, decidiamo di non investire».

Tutte queste cautele sono legate anche alla durata degli investimenti, che sono esattamente il contrario della logica speculatrice delle scommesse giornaliere mordi e fuggi. Aberdeen, infatti, «di solito fa investimenti della durata media di 8 anni, quindi davvero molto lunghi», ha riassunto Grant.

L’ENGAGEMENT CON LE AZIENDE

La senior analyst ha sottolineato l’approccio attivo di Aberdeen e l’importanza data ai rapporti con i vertici delle aziende in cui investe. «Ci incontriamo con i consigli d’amministrazione, scriviamo lettere, perché per noi è importante impostare un rapporto di valore e di lunga durata». E non è tutto. «Facciamo sapere sempre – ha continuato Grant – che continueremo a presentare domande, a fare reporting e alla fine chiediamo quali sono gli standard di riferimento, chiediamo di fare ispezioni e vogliamo anche la tracciabilità del prodotto, dalla materia prima al prodotto finito».

Insomma, Aberdeen sembra intenzionata a marcare stretto le società in cui investe. Tanto da andare oltre sia alle valutazioni di rischio classiche, sia a quelle di natura Esg. «Per le banche, per esempio, consideriamo fondamentale la cybersicurity, che è ormai un elemento fondamentale anche nelle nostre valutazioni del rischio, che non possono limitarsi ai fattori ambientali, sociali e di governance». Del resto, ha aggiunto la manager, «i clienti oggi ci chiedono un’analisi a tutto tondo ed è indispensabile rendicontare tantissimo, dare aggiornamenti frequenti e pubblicare sempre i risultati».

L’elenco dei punti considerati da Aberdeen nell’analisi del rischio integrata con i fattori Esg è piuttosto lungo. Tra gli altri, vengono valutati fattori legati a: rischio reputazionale, vulnerabilità ai cambiamenti legislativi, gestione del capitale umano, salute e sicurezza, supply chain, rischi legati a produzione di rifiuti e riciclo, climate change, sicurezza ambientale, sicurezza del prodotto, trasparenza, variazioni nelle preferenze nei consumatori.

I benefici di un approccio del genere, ha detto la senior analyst di Aberdeen, si notano sotto almeno tre punti di vista: la possibilità di capire il vero prezzo di un investimento; la capacità di dare il giusto peso in termini di dimensioni all’interno di un portafoglio; in termini di coinvolgimento delle società, che si vedono anche incoraggiate a cambiare, quando necessario, grazie ai contatti frequenti e di lunga durata instaurati.

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