etsri.intervista - guido crivellaro, gestore di Symphonia Sgr

«Sri strada obbligatoria, molti i segnali»

28 Gen 2016
Interviste ESG Market Commenta Invia ad un amico
«Per sviluppare il risparmio sostenibile in Italia è necessario creare familiarità con questi temi. Molto passa dal formare sempre di più le reti, che a loro volta sono a contatto con i clienti. Ma è un lavoro a 360 gradi che coinvolge i distributori in senso lato»

Intervista_sriL’investimento socialmente responsabile è qui per restare. E crescere. Per Guido Crivellaro, responsabile gestore azionario e del progetto Futuro Sostenibile di Symphonia Sgr  i segnali che ci dicono che non si tratta di una moda sono diversi. Allo stesso tempo diventa sempre più chiara la valenza dello Sri in termini di analisi del rischio e di allocazione del risparmio. Al momento Symphonia Sgr ha due linee di gestione classificabili come sostenibili (Futuro sostenibile, una azionaria e una obbligazionaria) e il fondo tematico Electric Vehicles Revolution. L’obiettivo in futuro è ampliare l’analisi basata sul principio di esclusione molto dettagliato delle soluzioni personalizzate Sri anche ai fondi tradizionali.

Come giudica la situazione attuale dell’investimento Sri in Italia?

È indubbio che l’onda lunga sta arrivando anche nel nostro Paese. Il tema delle informazioni extra finanziarie non è più di nicchia ma sta diventando pervasivo e prima o poi diventerà uno standard operativo normale. Siamo in quella fase in cui l’industria del risparmio gestito inizia ad avvicinarsi al tema e a capirlo, in cui i clienti non sono ancora disposti a mettere il grosso dei loro investimenti in questo ambito ma stanno mettendo alla prova il gestore su questi temi. Ci sono tanti segnali che fanno capire che si tratta di una strada obbligatoria, non una moda.

Quali sono i principali?

Vi sono tre situazioni che ritengo particolarmente indicative: l’interesse delle istituzioni di mercato che stanno ragionando su come far sì che le società quotate sempre più diano informazioni extra-finanziarie; la direttiva europea di rendicontazione delle informazioni extra-finanziarie che verrà recepita anche in Italia; l’annuncio di Morningstar sull’assegnazione di rating Esg ai fondi.

Quali sono le potenzialità dello Sri in Italia?

Noi siamo molto convinti dell’importanza dell’integrazione dei fattori Esg nelle strategie di gestione. Ultimamente c’è stato un cambiamento di approccio: mentre prima non ci si poneva il problema di un certo tipo di analisi extra-finanziaria, ora anche i gestori considerano sempre più le informazioni di sostenibilità che sono un modo per gestire il rischio. Tanto più questo tipo di analisi  diventeranno uno standard a livello di gestione, tanto più verrà percepito anche da chi investe con conseguente incremento della domanda. Sarà un processo di crescita parallelo. Dare stime numeriche è complesso: l’investimento Sri può essere fatto con criteri molto diversi. Anche una gestione con principi di esclusione molto leggeri, per esempio, può essere classificato come  investimento sostenibile. E prendendo solo il principio dell’esclusione ci sono già numeri importanti. Ma è ovvio che si può andare molto più in profondità. È difficile fare statistiche al riguardo. Per ora i numeri ci dicono che la maggior parte degli investimenti sostenibili arrivano dagli istituzionali, poco dal retail per cui il risparmio Sri rappresenta ancora una componente minimale.

Quali idee proponete per sviluppare il risparmio Sri in Italia?

Il tema è creare consapevolezza. Oggi l’investimento Sri è percepito come qualcosa di nuovo per il quale pertanto vi è una certa diffidenza. Più se ne parla più si fa capire come si lavora, più si crea conoscenza, consapevolezza. È necessario creare familiarità con questi temi. Molto passa dal formare sempre di più le reti, che a loro volta sono a contatto con i clienti. Ma è un lavoro a 360 gradi che coinvolge i distributori in senso lato. Noi, per esempio, sul sito web abbiamo una parte dedicata alla finanza Sri, facciamo formazione e promuoviamo incontri.

Qual è la vostra offerta Sri per il mercato italiano?

Abbiamo due linee di gestione classificabili come sostenibili, chiamate Futuro Sostenibile, una azionaria e una obbligazionaria, che sono nate circa un anno fa. Investiamo in fondi di terzi che provengono da case che sono specializzate sulla sostenibilità. Lo screening viene fatto a un doppio livello: 1) la selezione rigorosa di case di gestione totalmente dedicate all’investimento sostenibile che ci porta a lavorare con pochi nomi; 2)la ricerca di fondi che hanno un tema molto specifico sullo Sri, per esempio, nell’ambito della linea azionaria,  in un caso abbiamo investito in un fondo che selezionava società che cercano di dare risposte alle grandi sfide dell’umanità, come l’invecchiamento e il cibo. Le linee di gestione investono così in una decina di fondi dove due-tre fondi che lavorano in modo specifico mentre i restanti che seguono una strategia più generale.

Nella vostra offerta di fondi ci sono prodotti sostenibili?

Nel 2015 abbiamo lanciato il fondo Electric Vehicles Revolution, che investe in quelle società più esposte alla rivoluzione in campo automobilistico. Crediamo che sia in corso un trend irreversibile verso l’auto totalmente elettrica e autogovernata. Una rivoluzione che porterà a vantaggi ambientali e sociali, come l’autosharing e la riduzione degli incidenti. Un processo che tocca trasversalmente una serie di temi a forte valenza di sostenibilità. In questo settore ci saranno le società vincenti di domani con i ritorni più interessanti, mentre allo stesso tempo altre aziende avranno pesanti problemi di riconversione industriale da fronteggiare. Questa tematica spiega la nostra filosofia in termini di sostenibilità perché ha una valenza concettuale molto forte, diventerà vincente tanto più verrà gestita e compreso in termini di sostenibilità,  fa emergere in modo evidente che la sostenibilità è un fattore chiave di analisi del rischio. Per questo ha una valenza forte anche in termini di allocazione del risparmio.

Quali sono i vostri obiettivi in termini di sviluppo di prodotti Sri?

Al momento siamo in grado di offrire soluzioni personalizzate di gestione Sri fatte con un principio di esclusione molto dettagliato e profondo, perché usiamo un database di Vigeo che ci permette di indagare nello specifico non solo i rating ma anche le controversie di una società per verificare che la sostenibilità sia nei fatti. In altri termini, siamo in grado di analizzare il numero e la gravità di controversie (legali, con le autority, etc) in cui la società è incorsa. L’obiettivo è ampliare questo tipo di analisi anche ai fondi tradizionali. Cerchiamo di essere rigorosi nell’analisi di sostenibilità e la nostra attenzione è fare qualcosa che abbia una missione molto chiara e sia ben disciplinata, come nel caso  dell’auto elettrica o della strategia di esclusione profonda. Per dare un’idea, con questo processo di esclusione, sui 300 maggiori titoli americani ed europei ed asiatici, ne abbiamo esclusi il 55%. Uno su due viene eliminato.

La governance declinata sulla Csr (“integrated governance”) è un fattore di scelta per l’investimento?

Senza dubbio la Governance rappresenta un comune denominatore per tutti i settori, quindi la valutazione di tale parametro risulta molto importante. Si potrebbe quasi affermare che la governance, all’interno delle tre variabili Esg, è un ‘primus inter pares’. Non va comunque dimenticato che la sostenibilità è caratterizzata proprio dalle tre dimensioni che si integrano con il complesso dell’analisi aziendale tradizionale e quindi è proprio in questa visione a 360° che emerge il valore dell’analisi.

ElenaBonanni

@ElenaBonanni

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