Msci, dalla Climate Week l’effetto transizione sui mercati
I mercati stanno guidando la transizione energetica, mentre i rischi fisici sono in aumento. Sono alcuni punti cruciali, secondo Msci, dei risultati “operativi” per gli investitori, di quanto emerso alla scorsa Climate Week 2025 organizzata a New York.
Gli esperti di Msci, durante l’appuntamento americano, hanno affrontato diversi temi caldi, come gli eventi meteorologici estremi, il finanziamento della transizione energetica e i mercati del carbonio per aumentare i flussi di capitali privati.
«La trasformazione da un’economia basata sui combustibili fossili a un’economia in crescita basata sulle energie rinnovabili porterà molti vincitori e molti perdenti, che oggi fanno parte del vostro portafoglio – ha dichiarato Henry Fernandez, chairman e Ceo di Msci all’apertura dell’Msci Americas Summit durante la Climate Week -. La domanda è: come si distingueranno gli uni dagli altri?».
I rischi fisici legati al cambiamento climatico sono ormai una realtà: gli eventi meteorologici estremi potrebbero costare alle più grandi società quotate a livello globale 1,3 trilioni di dollari nel prossimo anno. L’aumento dei rischi fisici sta spingendo investitori, finanziatori e assicuratori ad analizzare le strutture, i fornitori e le filiere delle aziende su scale geografiche sempre più piccole, rendendo l’analisi geospaziale una necessità strategica. Per gli investitori, la preoccupazione maggiore è quando i rischi locali si trasformano in rischi sistemici.
Nel frattempo, i capitali si muovono verso i segmenti dell’economia reale dove la decarbonizzazione è già competitiva, come le rinnovabili, che lo scorso anno hanno rappresentato il 93% della nuova energia elettrica generata a livello globale, e l’elettrificazione.
Infine, il mercato dei crediti di carbonio sta iniziando a prendere forma ed entro il 2040 metà della domanda di crediti di carbonio avrà un fondamento normativo.
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