Bioeconomia, crescono output e occupati in Italia

19 Giu 2020
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La bioeconomia nel 2018 ha generato un output pari a circa 345 miliardi di euro in Italia , occupando oltre due milioni di persone. Lo rileva “La Bioeconomia in Europa – 6° Rapporto”, realizzato dalla Direzione Centro Studi di Intesa Sanpaolo in collaborazione con Assobiotec. Il report stima il potenziale economico della bioeconomia, «intesa come sistema che utilizza le risorse biologiche terrestri e marine, nonché gli scarti, come input per l’alimentazione, la produzione industriale e di energia», nel nostro Paese e quanto l’Italia possa esprimere in termini competitivi nei settori identificati dalla Commissione europea: agricoltura, silvicoltura, pesca, alimentare, industria del legno e della carta, e quella parte del settore chimico che può utilizzare prodotti rinnovabili come input.

Il documento rivela che nel 2018, ultimo anno in cui è stata aggiornata la stima, «la bioeconomia rappresenta il 10,2% in termini di produzione e l’8,1% in termini di occupati sul totale dell’economia del nostro Paese», percentuali in linea con quelle del 2017. Inoltre, si legge nel report, «il valore della produzione della bioeconomia nel 2018 è cresciuto di oltre 7 miliardi rispetto al 2017 (+2,2%), grazie al contributo positivo della maggioranza dei settori considerati e in particolare dei comparti legati alla filiera agro-alimentare». Il rapporto ha registrato anche un miglioramento del mercato del lavoro: un aumento dell’1% delle persone occupate. In particolare, tre settori hanno visto crescere la loro rilevanza: l’industria alimentare e delle bevande, i servizi legati al ciclo idrico e di gestione dei rifiuti.

L’Italia regge bene anche il confronto europeo, posizionandosi al terzo posto in termini assoluti per valore della produzione, dopo Germania (414 miliardi) e Francia (359 miliardi), e prima di Spagna (237 miliardi), Regno Unito (223 miliardi) e Polonia (133 miliardi). Terzo posto nel ranking anche per quanto riguarda il numero di occupati, con poco più di 2 milioni, dopo la Polonia con 2,5 milioni di addetti e la Germania  con 2,1 milioni di occupati. In quarta posizione la Francia con 1,8 milioni di occupati, seguita da Spagna  con 1,6 milioni  e Regno Unito con 1,2 milioni.

 

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