La Tassonomia inciampa sui criteri. Blocco di 10 Paesi e timori “bolla green”

25 Gen 2021
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La Tassonomia inciampa sui criteri tecnici di screening. E sulla più grande operazione di classificazione green della storia scende un’ombra di incertezza, legata alle reazioni di sistema e, ancor più, alle pressioni politiche di una decina di Stati poco convinti delle indicazioni di Bruxelles. In base a indiscrezioni pubblicate la scorsa settimana dal sito Euractiv,  la Commissione europea sarebbe stata forzata al rinvio degli Atti Delegati sulla Tassonomia previsti per l’inizio di quest’anno. Su questi criteri tecnici, infatti, era stata aperta una consultazione lo scorso 20 novembre che si è chiusa il 18 dicembre successivo, con l’obiettivo di arrivare a un testo definitivo da presentare, scrive il sito, il primo gennaio.

Tuttavia, le cose non sono andate così lisce. Innanzi tutto, nonostante il limitato tempo in cui è rimasta aperta, la consultazione ha scatenato l’Europa. Sono stati addirittura 46.591 i riscontri inviati a Bruxelles (vedi l’elenco dei commenti), segno di una reazione che, evidentemente, non era prevista.

GAS “DI TRANSIZIONE”

Non solo. Ancora meno previsto era il problema dal punto di vista politico. Sempre secondo quanto racconta il sito Euractiv, dopo la fine della consultazione, un gruppo di 10 Paesi ha presentato un alla Commissione europea esprimendo le proprie preoccupazioni in merito al fatto che la proposta sulla Tassonomia non ha considerato il gas naturale come combustibile “di transizione”, anche quando sostituisce il carbone nella produzione di energia . Il documento è stato firmato da Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Grecia, Ungheria, Malta, Polonia, Romania e Slovacchia. Sulla posizione, in seguito a un aspro confronto, sembra sia poi stato riconosciuto il diritto ai singoli Stati della scelta del proprio mix energetico (compreso il gas naturale) nel raggiungimento dei nuovi obiettivi climatici. Una posizione che, quindi, boccia la proposta formulata dalla Commissione.

BOLLA VERDE

Infine, comincia a emerge il timore di una “bolla verde” visti i problemi generati dalla proposta di Tassonomia in termini di allineamento alla realtà. La ricostruzione di Euractiv riporta che dal Parlamento europeo emergono malumori provenienti da ogni Stato membro. In Germania, le questioni sono state sollevate in uno studio indipendente commissionato dal ministero dell’Ambiente, che ha concluso che solo l’1% delle aziende blue chip quotate sul Dax sarebbero considerate “sostenibili” se il progetto di atto delegato della Commissione fosse applicato nella sua forma attuale. La percentuale sale al 2% per il Cac 40 francese e gli indici Euro Stoxx 50. Questo si tradurrebbe in una sorta di “fuga” degli investitori, col rischio di creare, appunto, una corsa (la bolla) verso un ridotto numero di aziende considerate green da Bruxelles.

Una situazione che sta alimentando a Strasburgo la forza dell’opposizione all’ultimo step della Tassonomia.

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