Invesco mette a confronto indici e approcci

Etf Esg, i 4 criteri per la scelta

4 Nov 2020
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Cresce l’attenzione verso gli investimenti ambientali, sociali e di governance (Esg) e, al contempo, si evolve la base degli investitori. Il cambio di passo è sia quantitativo sia qualitativo. In passato, il concetto di investimento value-based era legato principalmente ai criteri di esclusione, riconducibili a uno screening negativo verso società attive in settori non in linea con i “valori” dell’investitore, dalle compagnie del tabacco a quelle che sostenevano il supporto finanziario alla guerra o a regimi oppressivi. Più di recente il focus si è concentrato sulla lotta al cambiamento climatico con il lancio di strategie in cui si privilegiano società che guidano la transizione. Appunto l’immediatezza della crisi ambientale ha reso più evidente la necessità di un orientamento Esg, ma molti investitori insistono sull’importanza delle altre due componenti: quella sociale e quella di governance. Tuttavia, la complessità associata alla varietà delle questioni Esg rende più difficile la valutazione delle singole aziende.

Il primo passaggio per un investitore riguarda, quindi, capire chiaramente cosa si ricerca dall’esposizione Esg. Non si tratta più di una semplice “esclusione” di società che non rispettano alcune tematiche,  ma di scegliere tra diverse strategie.

I 4 CRITERI DELL’INVESTIMENTO IN ETF ESG

In particolare, Invesco ha individuato quattro criteri da considerare nell’investimento in Etf Esg: lo scope, la perfomance, la metodologia e l’impatto.

  1. Scope. È possibile ridurre notevolmente l’universo dei fondi una volta capito se si desidera un’ampia copertura che consideri i titoli in termini di ciascuno dei tre pilastri Esg o se ci si vuole concentrare specificamente su un solo pilastro, come le questioni ambientali, o anche un approccio più concentrato, come quello rivolto alle aziende che si occupano di energia pulita. Il requisito può essere quello di un’esposizione azionaria di base o a reddito fisso, o di un’inclinazione (tilting) del portafoglio simile a quella utilizzata dagli Etf di settore per sovrappesare settori specifici a determinate condizioni.
  2. Performance. Nei primi tempi dell’investimento socialmente responsabile, la performance era spesso un aspetto secondario nel processo di selezione, con molti investitori che mettevano in conto la possibilità di sacrificare i rendimenti per investire in modo etico. Ora non è più così. Se il fondo Esg è destinato a sostituire una partecipazione esistente non Esg, occorre porsi una serie di domande: deve avere caratteristiche di rischio e di rendimento simili? La partecipazione Esg sarà valutata rispetto a un indice standard? Quale tracking error è accettabile rispetto a un benchmark standard?
  3. Metodologia. La struttura trasparente degli Etf dovrebbe rendere il compito più facile, ma ci sono stati casi in cui un fondo non è stato progettato per comportarsi come indicato dal nome. È imperativo, quindi, comprendere appieno ciò che l’indice o la strategia mira a realizzare e come è costruita per raggiungere i suoi obiettivi. Anche nella strategia più elementare, che utilizza solo screening negativi, ci saranno spesso differenze tra gli indici in merito a quali società vengono eliminate di preciso, e se vengono applicate delle eccezioni. Tuttavia, la maggior parte delle strategie va oltre i soli schermi negativi, ed è necessario comprendere gli altri schermi e le metodologie di ponderazione utilizzate. Ad esempio, come vengono trattate le aziende che non sono escluse dall’indice durante il processo di screening negativo, ma che hanno comunque un basso profilo Esg? Questa è una considerazione importante e sta generando un dibattito tra gli investitori. Da un lato, il mantenimento di una posizione all’interno dell’azienda dà diritto di voto all’asset manager, rendendo possibile un cambiamento positivo, che è l’obiettivo finale per molti investitori Esg. Dall’altro lato, si potrebbe sostenere che le società con scarsi risultati Esg potrebbero comportare dei rischi rispetto ai loro peer, quindi si potrebbe voler includere solo le società leader in ogni settore. Entrambe le considerazioni hanno dei meriti, e non bisogna solo considerare quale sia la cosa più sensata per chi investe, ma anche quale sia l’impatto della metodologia sull’intero portafoglio.
  4. Impatto. La considerazione di quale impatto ha un Etf sul mondo reale e quanto tale impatto sia importante per l’investitore è il quarto elemento dell’analisi. Se l’impatto ha un’importanza maggiore rispetto al rendimento dell’investimento, un investitore potrebbe voler considerare soltanto questo aspetto. Tuttavia, ci sono altri modi in cui un investitore può utilizzare i propri investimenti per contribuire a guidare un cambiamento positivo. Noi di Invesco esercitiamo i nostri diritti di voto sulle azioni che deteniamo, e manteniamo un database aziendale sugli individual voting record di ciascun fund manager. Per quanto riguarda i nostri Etf passivi, votiamo in accordo con l’azionista che detiene il maggior numero complessivo di azioni all’interno dell’azienda, il che assicura anche più voce in capitolo nell’engagement con le aziende. Questo è uno dei potenziali vantaggi di investire con un asset manager globale con un forte impegno ESG e più di 1.200 miliardi di dollari di Asset under management (Aum).

COMPARAZIONE TRA INDICI ESG

Quando si cercano strategie Esg di ampio respiro (rispetto ad approcci più mirati come quelli focalizzati sul cambiamento climatico), l’aspettativa è di ottenere prodotti con caratteristiche Esg migliori rispetto al loro indice di riferimento (parent). I filtri (negativi e/o positivi) dovrebbero aiutare a escludere le aziende con le credenziali più basse e, a seconda dell’obiettivo e della metodologia, ad aumentare l’esposizione a quelle con punteggi migliori della media. L’effetto netto dovrebbe essere un miglioramento del punteggio Esg, ma il grado di miglioramento può variare notevolmente da un indice all’altro.

Un esempio è dato dal confronto tra due indici che differiscono in obiettivi specifici e metodologie: l’MSCI ESG Screened Index e l’MSCI ESG Leaders Index. Il primo esclude dall’indice di partenza (in questo caso, MSCI Usa) le società attive nei settori del tabacco, delle armi controverse, civili e nucleari, che derivano ricavi dall’estrazione di carbone termico e sabbie bituminose e che non sono conformi ai principi del Global Compact delle Nazioni Unite. Il secondo, ossia l’MSCI ESG Leaders Index, opera, sì, delle esclusioni, ma fornisce principalmente un’esposizione alle aziende con elevate prestazioni ESG rispetto ai loro omologhi di settore.

Emerge come l’MSCI ESG Leaders Index fornisca una copertura inferiore al 50% dell’indice madre MSCI Usa (289 dei 616 titoli), mentre l’indice MSCI ESG Screened copre circa il 94% dell’indice (579/616).

Inoltre la maggiore focalizzazione dell’indice MSCI ESG Leaders fa sì che si concentri anche su società che si collocano in posizione più elevata in termini di rating ESG secondo la definizione di MSCI, mentre la maggiore copertura dell’indice MSCI ESG Screened fornisce un profilo simile a quello dell’indice “parent”.

Le diverse metodologie comportano anche variazioni di alcune esposizioni e dei punteggi complessivi. Non c’è un chiaro “vincitore”, poiché la preferenza dipende da ciò che è importante per l’investitore. Ad esempio, l’MSCI ESG Leaders si colloca al primo posto in termini di MSCI ESG Quality Score così come in ciascuno dei tre pilastri, ma ha un’impronta di carbonio significativamente più elevata rispetto all’indice MSCI ESG Screened. Metodologie diverse possono anche dar luogo a esposizioni settoriali diverse, che in questo caso sono piuttosto evidenti, come nelle ponderazioni relative dei titoli tecnologici rispetto all’indice di riferimento.

 

La differenza tra le esposizioni e la copertura complessiva del mercato ha avuto un effetto rilevante sulla performance relativa di ciascuno dei due indici. Infatti, l’indice MSCI ESG Leaders ha avuto un tracking error più elevato (1,51% rispetto all’MSCI USA), rispetto allo 0,55% dell’indice MSCI ESG Screened.

 

In Invesco abbiamo progettato la nostra gamma di Etf Esg per fornire soluzioni trasparenti ed efficienti in termini di costi per gli investitori che desiderano mantenere un’ampia esposizione simile a quella di un benchmark standard, ma con un migliore profilo Esg. Questo include Etf che seguono versioni personalizzate degli indici MSCI Esg Screened mostrati nel case study, cercando di fornire un basso tracking error ma con punteggi Esg migliori rispetto a quelli ottenuti dagli standard ESG Screens.

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