Jupiter promuove i titoli emessi per progetti "nuovi"

Green bond, meglio “addizionali”

6 Nov 2018
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Il mercato dei titoli a reddito fisso “verdi”, ovvero amici dell’ambiente, è cresciuto notevolmente negli ultimi anni. Il report più recente pubblicato dalla Climate Bond Initiative stima che attualmente sul mercato ci sia spazio per bond di vario tipo legati alle questioni climatiche per un valore complessivo di 1.450 miliardi di dollari; di questi, i cosiddetti Green Bond “certificati” (labelled) ammontano a 389 miliardi di dollari.

Inizialmente, il mercato delle obbligazioni verdi era dominato da banche di sviluppo e commerciali. Per esempio, la Banca Europea per gli Investimenti (BEI), con rating AAA, è stata uno dei protagonisti principali. Tuttavia, negli ultimi anni sono cresciute costantemente anche le emissioni di titoli di questo tipo da parte di aziende; inoltre, gli enti pubblici che finanziano progetti ambientali statali o locali sono nuovi arrivi la cui presenza è molto probabilmente destinata ad aumentare. Infine, di recente un fattore importante che ha contribuito alla crescita di questo comparto è stata l’entrata in scena di organismi sovrani. Dopo le emissioni inaugurali di Polonia (fine 2016) e Francia (inizio 2017), i governi di Belgio, Isole Fiji, Hong Kong, Indonesia e Nigeria hanno raccolto capitali per progetti ambientali tramite i Green Bond.

Anche se accogliamo con favore la crescita di questo mercato, sussistono ancora criticità che devono essere superate per aiutare il mercato ad allinearsi meglio con gli obiettivi fondamentali della sostenibilità, per esempio l’ambizioso traguardo fissato dall’Accordo di Parigi che prevede di limitare il riscaldamento globale entro 1,5oC.

Storicamente, gli emittenti corporate sono troppo pochi e troppo poco diffusi e vi sono segnali che, nonostante alcune emissioni significative, le aziende private non si sono ancora fatte avanti con la stessa decisione delle grandi banche di sviluppo sovranazionali. Nel frattempo, in un’intervista riguardante il ruolo di leader affidatogli dal governo svedese per la promozione dei Green Bond, Mats Andersson (in precedenza Ceo del fondo pensionistico AP4) ha dichiarato: «Molti degli investimenti che oggi sostengono i Green Bond sarebbero stati effettuati in ogni caso». L’emissione di titoli di stato francesi (Oat) per un valore di 7,5 miliardi di dollari all’inizio del 2017, per esempio, ha fatto epoca grazie all’importo e alla lunga scadenza, ma anche perché i progetti che “finanziava” erano per la maggior parte già in corso.

La mancanza di diversificazione tra gli emittenti e la prevalenza dell’esigenza contingente di raccogliere capitali rispetto ad un approccio di progettualità di lungo periodo sono criticità che caratterizzano ancora il mercato delle obbligazioni verdi.

Rhys Petheram e Charles Thomas

AUMENTARE LA TRASPARENZA

Siamo fiduciosi che la corrente stia cambiando, grazie anche alla prospettiva di standard più solidi e rigorosi che dovrebbero nascere dai lavori del Piano d’azione della Ue sulla finanza sostenibile. Questo piano d’azione ha sottolineato il fatto che «i mercati di capitale saranno fondamentali per aiutare a riorientare i flussi di capitale verso investimenti in quei settori e in quelle attività che possono contribuire alla sostenibilità della nostra economia».

Per quanto concerne il ruolo dei Green Bond, il piano d’azione ha istituito un gruppo di esperti tecnici con l’incarico di pubblicare un report dedicato a un nuovo Standard per i Green Bond della Ue che includa criteri e procedure chiare per gli emittenti di obbligazioni verdi, oltre a un sistema di classificazione per la Ue. Anche se queste raccomandazioni riguardano la Ue, noi riteniamo che standard più rigidi relativi ai Green Bond in questa regione possano promuovere una cultura di maggiore trasparenza e addizionalità anche al di fuori dei suoi confini.

Il governo irlandese sembra aver tenuto conto dei concetti chiave alla base di ciò che sta cercando di ottenere il piano d’azione della Ue con la sua recente emissione di titoli di stato verdi, fornendo linee guida chiare su come verranno impiegati i proventi e su come questi titoli si legano agli obiettivi nazionali a lungo termine in materia di cambiamenti climatici.

L’IMPORTANZA DELL’ADDIZIONALITÀ

Come gestori della SICAV Jupiter Global Ecology Diversified, noi assistiamo con piacere all’espansione del mercato degli ultimi anni. I Green Bond certificati costituiscono circa un quinto degli investimenti del fondo.

Preferiamo i titoli i cui proventi sono stanziati specificamente a favore di progetti ambientali o per la salvaguardia del clima (rispetto a obbligazioni emesse nell’ambito di finanziamenti normali) e siamo pronti a collaborare con altri operatori del mercato per promuovere il concetto di addizionalità, con finanziamenti raccolti con chiarezza per nuovi progetti. Riteniamo l’addizionalità importante per i nostri clienti perché significa che gli investimenti del fondo forniscono un contributo chiaro alla promozione della transizione verso una crescita economica sostenibile.

Potendo contare sull’esperienza e sulla competenza di Jupiter e dei suoi team multi-asset e dedicati specificamente alle azioni e alle obbligazioni sostenibili, assumiamo un atteggiamento collaborativo per la gestione del fondo. Analizziamo l’intera struttura del capitale di un’azienda per determinarne la qualità e cerchiamo il valore migliore tra le sue azioni e obbligazioni. Valutiamo una serie di fattori qualitativi: qualità della gestione, strategia aziendale, regolamentazione, in che modo l’azienda venga influenzata da cicli economici più ampi e punti forti finanziari; inoltre, cerchiamo di conoscere e comprendere ogni azienda dal punto di vista degli investitori, sia azionari sia obbligazionari. Infine, valutiamo quali titoli offrono potenzialmente i rendimenti adeguati al rischio più interessanti e decidiamo la combinazione migliore di titoli per mitigare il più possibile il rischio di ribassi per i nostri investitori.

Charles Thomas, Head of Strategy, Environment & Sustainability
Rhys Petheram, Fund Management Director  

 

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