Mirova su rischi e opportunità in chiave SDGs

Le leve Esg di acqua e rifiuti

13 Feb 2019
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Le società attive nel settore idrico e in quello della raccolta e gestione di rifiuti hanno un ruolo chiave nelle sfide a lungo termine connesse alla gestione delle risorse naturali. Sfide che si incrociano, necessariamente, con gli Obiettivi di Sviluppo sostenibile delle Nazioni unite (SDGs), in particolare gli SDGs 6 («accesso all’acqua») e 12 («transizione verso un’economia circolare»). Una lettura impegnativa, che Mirova, affiliata di Natixis Investment Managers, affronta nel report “Resources: Water & waste” di Sarah Maillard, Sri Analist, in cui l’analisi di rischi e opportunità connessi agli SDGs viene scorporata anche in relazione ai tre pilastri della sostenibilità: environment, social e governance (Esg).

Nel settore, da un lato si prospetta la necessità di consentire a tutti l’accesso a risorse idriche non inquinate, senza sottovalutare l’esigenza di preservare tali risorse nel tempo. Dall’altro si evidenziano i rischi connessi all’aumento di rifiuti di difficile reimmissione nel ciclo produttivo in un’ottica di economia circolare (come quelli plastici ed elettronici).

Di conseguenza, scrive Mirova «tutti gli attori del settore idrico e dei rifiuti (…) hanno l’opportunità di contribuire agli obiettivi di sviluppo sostenibile». Tuttavia, alcune attività specifiche hanno un impatto maggiore e, perciò, maggiore possibilità di incidere sul perseguimento di tali obiettivi, in particolare le «attività nei Paesi in via di sviluppo, e quelle impegnate nello sviluppo di un’economia circolare e tecnologie innovative».

CINQUE OPINIONI DI SOSTENIBILITÀ

Alla luce di queste premesse Mirova attribuisce una “opinione di sviluppo sostenibile” alle aziende del settore incluse nell’indice mondiale MSCI World Index. I giudizi si collocano in una scala che va da “Negative” (in cui la società è valutata come fortemente avversa al raggiungimento degli SDGs), a “Risk”, per passare da “Neutral”, “Positive” fino a “Committed” opinione per cui la società è fortemente motivata al perseguimento degli SDGs.

Molte aziende analizzate ottengono un’opinione “Positive” o “Committed”, in quanto la maggior parte di esse ha un interessante posizionamento sull’offerta di soluzioni ambientali e sociali che favoriscono, nel complesso, una buona valutazione. Tuttavia, una parte significativa delle aziende attive nel settore è attualmente valutata come “Neutral”. Il che può sottintendere due scenari:

  • stakeholder indirettamente esposti al tema dell’acqua e dei rifiuti, poco attivi perché propensi a considerare la propria esposizione bassa o inesistente (es. portafoglio troppo diversificato);
  • imprese che operano nella distribuzione o nel trattamento delle acque o dei rifiuti, ma che non dimostrano una gestione adeguata dei rischi di sostenibilità.

LE SFIDE ESG: UN’OPPORTUNITÀ

Uno studio accurato, perciò, passa anche per la presentazione delle opportunità sostenibili che potrebbero essere colte da tali aziende. Per questo motivo il report analizza le singole sfide Esg affidando a ciascuna una collocazione precisa all’interno della struttura tripartita della sustainability, e indicando, per ciascuna sfida, le opportunità legate agli impatti garantiti dall’attività delle singole aziende.

Come si evince già da questa suddivisione un tema come quello dell’accesso all’acqua e ai servizi igienico-sanitari rientra sotto l’ombrello dei parametri E (environmental) e S (Social) e si collega a un’altra delle caratteristiche sottolineate in precedenza da Mirova, ossia le aziende che operano in Paesi in via di sviluppo che, pertanto «avranno la priorità nel contesto di una strategia d’investimento responsabile e orientata all’impatto». Ma tra le altre sfide legate alla sola “E” rientrano quelle delle società attive nell’economia circolare; o quelle che sviluppano tecnologie innovative, anche a fronte della nuova criticità rappresentata dai Weee (Waste Electrical and Electronic Equipment) ossia i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche); le società impegnate nella gestione dello stress idrico; e quelle attive nella gestione degli impatti ambientali, con particolare attenzione «alle pratiche messe in atto dagli impianti di trattamento dei rifiuti».

Da un punto di vista sociale (S), i dipendenti e molti subappaltatori del settore sono particolarmente esposti ai problemi di sicurezza sul lavoro, gli ultimi, in particolare,  «non sempre beneficiano della stessa protezione in materia di sicurezza sul lavoro, in quanto le aziende spesso concentrano i loro sforzi sui propri dipendenti», perciò la società analizza «anche la gestione del rischio di sicurezza sia per i subappaltatori sia per i fornitori esterni». Inoltre, sempre lato Social, a causa dell’esposizione ai mercati pubblici, anche i rischi di corruzione possono essere significativi.

Infine sul fronte G (governance) un’azienda con una gestione dei rischi carente può vedere la propria opinione significativamente declassata. In questo caso, Mirova sostiene di impegnarsi in «un dialogo con l’azienda per condividere le nostre aspettative e incoraggiare lo sviluppo di pratiche più sostenibili».

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