Un’estate di vigili umani

17 Lug 2025
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«Otello Celletti: "Ma che siete venuti a fa'?" Amalia Celletti: "Mo' dai facce vede' quando fai la prima multa"».
Cartolina_estate_2013

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Otello Celletti: “Ma che siete venuti a fa’?”
Amalia Celletti: “Mo’ dai facce vede’ quando fai la prima multa

».

[Alberto Sordi nei panni di Otello Celletti, ne “Il vigile”, 1960]

 

C’era un tempo in cui le multe erano un evento sociale, quando addirittura si creava un piccolo pubblico di supporter per il vigile. Il quale incarnava, già nell’Italia degli anni Sessanta, il personaggio buono, dell’onesto servitore dello Stato, e il personaggio cattivo che del proprio potere tendeva (umanamente) ad abusare.

Questo era Otello Celletti, impersonato da Alberto Sordi, in una pellicola che merita di essere rivista (come tante interpretazioni dell’artista romano).

Il film evidenzia quanto siamo distanti in termini di rapporto personale. Il vigile era lì, presente, per facce vede’ quando fai la prima multa. Ed era lì anche per far fronte agli attacchi, rendendoli nobili, perché la pernacchia involgarisce chi la fa, e non chi la riceve.

Oggi, a Milano, se ti scade un premesso di sosta, e nessuno ti avverte, in due mesi prendi 8 multe senza aver magari mai spostato l’auto. Il vigile passa da lì e segna sul suo apparato digitale. Poi passa da lì il giorno dopo, e risegna. E il proprietario non sa nulla finché, qualche settimana più tardi, i verbali arrivano un giorno dopo l’altro sulla pec.

Se poi, dopo le prime 3 multe, il malcapitato tenta di scrivere al Comune che il pass ce l’ha ma che non-si-sa-perché, deve scadere ogni 3 anni, anche se vive lì da 15, ti arriva una risposta del tipo: «C’è la multa perché c’è contravvenzione».

E niente, poi arrivano anche le altre 5 multe. Il vigile ha continuato a passare da lì, e a prendersela con l’auto più debole. Mentre, nella zona, suv da 6 cifre e 6 cilindri sono ogni giorno sui marciapiedi e a coprire il numero massimo possibile di strisce pedonali.

La sensazione è che ci sia poco da fare.

Nel film c’è poco da fare contro il sistema di potere, contro cui l’ingenuo vigile Otello Celletti andrà a infrangersi. Un’altra delle frasi celebri del film: È meglio che ti ci abitui da piccolo alle ingiustizie, perché da grande non ti ci abitui più!.

Oggi, c’è poco da fare perché le ingiustizie nemmeno si vedono più. Manca l’interlocutore. Per le multe. Per gli abbonamenti. Per le prenotazioni. Per i guasti. C’è solo un grande fratello, sempre più grande e convincente.

In questo vuoto cosmico di responsabilità, se capita che qualcuno risponde e ci mette la faccia, ci sorprendiamo.

E perciò diventa quasi un augurio, quello di commuoversi perché un vigile ci ha aspettato e spiegato l’infrazione. E magari, dopo averci ascoltato, si è pure scusato.

Da parte nostra, fermiamo le pubblicazioni sul sito, ma il lavoro si sposta sui progetti dell’autunno e sulla creazione della prossima ESG Business Review. Abbiamo ancora molto da scrivere, anche in termini di ingiustizie, perché da grandi non ci si abitua più!

Riprendiamo le pubblicazioni di ETicaNews lunedì 8 settembre

Un’estate senza pernacchie (ricevute, ma anche fatte) a tutti.

Redazione ET.

 

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