ET.DIRECTORIES - I REPORT DELLE ULTIME TRE SETTIMANE
Quelli che… studiano la sostenibilità/ 124
Nella sua attività quotidiana, ETicaNews riporta o menziona con continuità ricerche, analisi, report sul business sostenibile e responsabile. Di seguito, riportiamo una selezione relativa alle ultime settimane, con una breve sintesi del contenuto e con un rimando al relativo articolo. Questi report sono una minima parte delle centinaia di ricerche che ETicaNews ha incrociato nel suo percorso, e costituiscono una parte rilevante del data base accessibile ai registrati ET.pro.
ABBIAMO PARLATO DEL REPORT…
“Everything Green Flows: Europe” (LSEG Lipper)
ARTICOLO: Lipper: secondo quarter positivo per l’Esg
Secondo il report pubblicato da Lipper, nel secondo trimestre 2025 i fondi sostenibili europei mostrano segnali di stabilità. Il patrimonio è cresciuto leggermente, ma rimane ancora sotto i picchi 2024. La raccolta è positiva per gli art. 8 trainati da monetari e obbligazionari, ma negativa per gli art. 9, sebbene con deflussi molto più contenuti rispetto ai trimestri precedenti. Protagonisti in negativo restano i fondi azionari, soprattutto statunitensi, in controtendenza rispetto ai fondi tradizionali che hanno registrato forti afflussi (+63,7 mld). Nel semestre, i monetari e gli obbligazionari Esg hanno assorbito la maggior parte dei flussi, mentre gli azionari hanno sofferto deflussi per 19,9 mld. Secondo Lipper, gli investitori evitano sistematicamente gli azionari art. 8 e 9 da oltre due anni, pur continuando ad aumentare l’esposizione ai mercati equity tradizionali.
ABBIAMO PARLATO DELLO STUDIO…
“Assessing the impact of SDR in the first half of 2025” (Fund EcoMarket)
ARTICOLO: Uk, come il Sdr sta trasformando i fondi
Nel primo semestre 2025 il mercato dei fondi sostenibili Uk ha vissuto una profonda riorganizzazione con l’entrata in vigore del Sustainability Disclosure Requirements (Sdr). Secondo Fund EcoMarket, su circa 1.250 fondi censiti, si contano 10 nuovi ingressi, 95 chiusure e ben 285 cambi di nome, soprattutto tra i fondi “Sustainability Tilt” e “Sustainable Style”. Ad oggi 109 fondi hanno già ottenuto una label Sdr, in prevalenza “Sustainable Focus”, mentre 220 fondi sostenibili restano unlabelled, spesso candidabili a label future come “Improver”. Tra questi figurano fondi “Tilt”, “Ethical” e “Esg Plus”. Julia Dreblow sottolinea che la label è utile ma non determinante: anche i fondi senza etichetta meritano attenzione, così come gli out of scope. Le differenze tra fondi restano rilevanti, dato che la Fca non definisce in modo uniforme esclusioni e strategie, imponendo agli investitori un’attenta valutazione caso per caso.
ABBIAMO PARLATO DEL PAPER…
“Machine Unlearning Doesn’t Do What You Think: Lessons for Generative AI Policy and Research” (Stanford University, UC Berkeley, Cornell University e West Virginia University)
ARTICOLO: L’IA dimentica? Scordiamocelo
Il paper smonta l’idea che il machine unlearning possa garantire la cancellazione effettiva di dati sensibili o protetti dai modelli di IA generativa. A differenza dei database, nei modelli le informazioni sono distribuite nei parametri e non eliminabili in modo puntuale: anche rimuovendo i dati di training, i modelli possono continuare a generare contenuti simili. Due gli approcci analizzati: la rimozione dei dati, costosa e mai del tutto efficace, e la soppressione degli output, più rapida ma imprecisa). Entrambi hanno limiti e non assicurano la conformità normativa al Gdpr o all’Ai Act. Gli autori evidenziano cinque disallineamenti tra obiettivi legali e possibilità tecniche, sottolineando che l’unlearning va visto come strumento parziale, da integrare con policy e governance. Per la sostenibilità digitale e l’accountability, fare affidamento esclusivo su queste tecniche rischia di generare una falsa percezione di controllo.
ABBIAMO PARLATO DEL REPORT…
“The 2025 Us Business Sustainability Landscape Outlook” (Ecovadis)
ARTICOLO: Aziende Usa, investono ancora Esg ma senza dirlo
Il report rivela che le aziende americane continuano a investire in sostenibilità, ma lo fanno con sempre meno enfasi comunicativa. Molte strategie restano stabili, mentre cresce la tendenza a lavorare “dietro le quinte”. Gli sforzi aumentano, ma la promozione pubblica diminuisce, segno di un approccio più prudente in un contesto politico e normativo incerto. La sostenibilità è vista soprattutto come leva di competitività e resilienza, in grado di rafforzare le catene di fornitura, ridurre i rischi e migliorare la reputazione, piuttosto che come un costo. I leader finanziari condividono questa visione, sottolineando i benefici di lungo periodo. Resta inoltre diffusa la convinzione che un allentamento delle regole Esg indebolirebbe le catene globali di approvvigionamento, aumentando vulnerabilità e prezzi.
ABBIAMO PARLATO DELLO STUDIO…
“Does ESG Information Deliver Investment Value? A High-Dimensional Portfolio Perspective” (Scientific Beta)
ARTICOLO: Informazioni Esg, c’è troppo rumore di fondo
Lo studio analizza l’efficacia di oltre 200 metriche Esg nella costruzione dei portafogli. I risultati mostrano un forte divario tra test in-sample e out-of-sample: nei backtest tradizionali le metriche Esg aumentano lo Sharpe Ratio del 25%, ma fuori campione non apportano valore, poiché gli errori di stima annullano i benefici corretti per il rischio. Nonostante ciò, ricevono ex ante pesi rilevanti, generando sia tilt “green” sia “brown”, sfatando l’idea di un automatico orientamento sostenibile. L’aggiunta di dati Esg porta quindi anche rumore, e gli investitori dovrebbero chiedere verifiche out-of-sample prima di credere a vantaggi di performance.
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