Vigeo Eiris accende un faro su “quelli delle oil sands”

21 Mag 2018
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Vigeo Eiris passa al setaccio l’intera filiera delle sabbie bituminose, quindi esaminando le compagnie sul campo, ma anche le loro finanziatrici (le banche). Nei giorni scorsi, l’advisor francese specializzato in tematiche Esg, ha diffuso un report, intitolato “Oil sands: what does the future hold?“, evidenziando i punti critici del settore, ritenuto tra i più critici nell’ambito dell’estrazione del petrolio, in ragione dei danni ambientali di superficie e delle emissioni che comporta.

Non a caso, spiega Vigeo, le oil sands sono la fonte di emissione di gas serra con la più rapida crescita in Canada, area con la principale concentrazione di sabbie bituminose al mondo (assieme al Venezuela). In canada, sono arrivate a pesare per il 14% delle emissioni totali nel 2014.

Vigeo ha rilevato che 23 delle 161 oil & gas company del proprio universo di ricerca sono coinvolte con le sabbie bituminose, la maggior parte delle quali in Nord America. Il rischio, per queste attività, è che diventino rapidamente stranded asset (ovvero, asset non recuperabili).

Sul fronte bancario, 28 istituti sono stati identificati come finanziatori di progetti nelle oil sands tra il 2014 e il 2016. Un aspetto critico, alla luce delle crescenti pressioni pubbliche verso il mondo finanziario connesso al fossil fuel.

 

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