Assifero, basta “erogazioni”, è il tempo della “filantropia istituzionale”

30 Mag 2016
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Assifero cambia una sola parola, ma fa una piccola svolta di principio. L’associazione ha comunicato che, in occasione dell’assemblea annuale tenutasi a Napoli il 19 maggio, è stato approvato un nuovo statuto e adottata la Carta dei Principi di Responsabilità.

Tra i punti evidenziati, il cambio di nome: da “Assifero, Associazione Italiana delle fondazioni ed Enti di Erogazione“, si passa a “Assifero, Associazione Italiana delle Fondazioni ed Enti della Filantropia Istituzionale“. Viene, insomma, superata la concezione dell’attività sociale attraverso il tradizionale modello dell’erogazione, ossia della messa a disposizione di risorse a fondo perduto. Per abbracciare un modello più moderno, indicato nel termine “filantropia istituzionale”.

«Si tratta di un cambio importante – ha dichiarato il presidente dell’associazione Felice Scalvini -. Assifero, fondata nel 2003, riunisce 104 fondazioni ed enti privati, di famiglia, di impresa e di comunità. Le fondazioni e gli enti aderenti ad Assifero, si riconoscono oggi nell’ampia nozione di filantropia istituzionale come ambito sociale ed economico animato da organizzazioni senza fini di lucro che stabilmente catalizzano risorse, principalmente ma non solo economiche, provenienti da diverse fonti e le ridistribuiscono sotto diverse forme – elargizioni, investimenti, beni, servizi – per il bene comune e finalità di utilità sociale, solidarietà e sviluppo umano, sociale, economico, civile e culturale».

Era forse eccessivo attendersi da Assifero un passaggio più concreto, cioè quello di esporsi maggiormente su concetti quali “finanza Sri” e “investimenti a impatto”. Eppure, sdoganare i modelli di finanza responsabile avrebbe posto l’associazione in linea con le parti più moderne del terzo settore (vedi le dichiarazioni dell’Unicef sulla finanza Sri).

Insomma, Assifero fa un passo importante concettualmente. Ma apre una strada su cui restano grandi distanze da percorrere.

 

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