Aziende Usa, investono ancora Esg ma senza dirlo

16 Lug 2025
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Le aziende continuano a dare priorità alla sostenibilità aziendale “dietro le quinte”, ma sono sempre meno quelle che la promuovono pubblicamente.

Questo è quanto emerge dal report “The 2025 US Business Sustainability Landscape Outlook” di Ecovadis che ha raccolto le opinioni di 400 manager di aziende statunitensi con un fatturato superiore a 1 miliardo di dollari, operanti in settori quali beni di consumo, industria, tecnologia e servizi.

Mentre quasi la metà degli intervistati (48%) afferma che la propria strategia di sostenibilità aziendale rimane invariata quest’anno, il 31% sta adottando un approccio più discreto: sta aumentando gli investimenti ma riducendo la promozione pubblica degli stessi. L’8%, pur continuando a investire, ha smesso di parlare pubblicamente dei propri impegni in materia di sostenibilità aziendale. Solo il 7% dichiara di aver ridotto attivamente gli sforzi in materia di sostenibilità e solo il 6% ammette che non è affatto una priorità e fa il minimo indispensabile per soddisfare le richieste dei clienti.

 

Secondo lo studio, i dirigenti vedono la sostenibilità come un modo per rimanere competitivi e resilienti: la maggior parte (il 65%) degli intervistati afferma infatti che la sostenibilità della catena di approvvigionamento è un vantaggio competitivo che li aiuta a crescere più rapidamente tramite la riduzione dei rischi, la resilienza, il miglioramento del brand, le prestazioni della catena di approvvigionamento e la riduzione dei costi. Solo il 17% dei consiglieri e dei vicepresidenti e il 24% dei dirigenti C-suite afferma che la sostenibilità della supply chain è un centro di costo che frena la crescita e riduce i margini.

I leader finanziari condividono il consenso generale: la sostenibilità sostiene la crescita e rafforza la resilienza a lungo termine. Il 52% afferma che la sostenibilità della catena di approvvigionamento sostiene direttamente la crescita e la competitività. Il 29% la considera finanziariamente neutra e solo il 19% afferma che è un centro di costo. Un altro 59% la considera prioritaria semplicemente perché è la cosa giusta da fare per il pianeta e la società.

Inoltre, nonostante la crescente incertezza normativa, i leader aziendali sono concordi su un punto: eliminare o ridurre le normative Esg avrebbe gravi conseguenze. Quasi la metà (47%) dei dirigenti di alto livello afferma che eliminare la supervisione Esg aumenterebbe le interruzioni della catena di approvvigionamento, con ripercussioni sul flusso delle merci. Il 41% dei dirigenti C-suite prevede un aumento dei prezzi al consumo a causa dei costi di gestione dei cambiamenti climatici. Solo il 4% dei consiglieri e dei vicepresidenti e il 5% dei dirigenti di alto livello ritiene che l’eliminazione o la riduzione della supervisione Esg non avrebbe alcun impatto negativo sulla catena di approvvigionamento globale.

 

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