Consiglieri a prova di Esg? Solo il 14% secondo Consob

6 Apr 2022
In breve ESG Governance Commenta Invia ad un amico

Nel 2020 il 14,6% dei consiglieri delle società-medio grandi aveva competenze di sostenibilità. Lo rileva la decima edizione del Rapporto Consob sulla corporate governance delle società quotate italiane pubblicata a fine marzo che per la prima volta censisce le competenze di sostenibilità e digitali degli amministratori. Il dato è più elevato tra le società appartenenti agli indici Ftse Mib e Mid Cap (rispettivamente 19,3% e 17,1%) e tra le donne (alle quali è ri feribile il 21,5% degli incarichi complessivamente ricoperti rispetto al 10,2% riguardante gli uomini). Nell’ambito del comitato di sostenibilità, istituito da 78 delle 139 società medio- grandi analizzate, gli incarichi di amminist ratori con competenze in questa area rappresentano più del 24% del totale (26% tra le società del Mid Cap, circa il 30% per le donne e quasi il 18% per gli uomini).

Le evidenze riguardano gli ammini stratori di 139 società quotate appartenenti rispettivamente agli indici FtseMib, Mid Cap e Star e rappresentative del 64% circa del listino e del 98% della capitalizzazione ordinaria. A tali società sono riferibili 1.479 incarichi di amministrazione. Per censire le competenze specifiche in tema di sostenibilità e digitalizzazione sono state considerate le informazioni attinenti a quattro aree: la formazione, comprendente la formazione universitaria e i corsi di specializzazione; le esperienze professionali, comprendenti la partecipazione ai board di società, la fondazione di start-up o il lancio di progetti significativi negli ambiti della sostenibilità e della digitalizzazione; l’attività di insegnamento e la ricerca, intese come proxy di competenze tecnico-scientifiche (così come emerge anche dalla pubblicazione di studi, saggi, papers e dalla partecipazione in qualità di relatori a convegni, incontri o seminari sui temi in esame); la partecipazione a tavoli di lavoro, commissioni ministeriali o comitati direttivi di centri di ricerca.

Per quanto riguarda le competenze digitali il dato si attesta al 16%. Gli emittenti con almeno un consigliere con competenze di sostenibilità o digitali si attestano, rispettivamente, a circa il 72% e a poco più del 74%, mentre il 28% conta amministratori con entrambi i profili.

Con riguardo alla gender diversity, a fine 2021 il 41% degli incarichi di amministrazione nelle società quotate è esercitato da una donna, dato che, precisa il rapporto,  «rappresenta il massimo storico osservato sul mercato italiano, anche per effetto dell’applicazione delle normative sulle quote di genere». L’ingresso delle donne nei board ha concorso a modificarne le caratteristiche, abbassando l’età media dei membri, innalzandone la quota di laureati e aumentandone la diversificazione dei profili professionali.

La stagione assembleare 2021 delle società quotate a più elevata capitalizzazione ha fatto registrare una partecipazione degli azionisti pari, in media, al 74,6%. Gli investitori istituzionali italiani hanno preso parte a 95 adunanze, il dato più alto dal 2012. In media, le politiche di remunerazione in vigore sono state approvate con voto favorevole da circa due terzi del capitale sociale e da quasi il 90% del capitale sociale rappresentato in assemblea, mentre i voti a favore sui compensi corrisposti per l’esercizio precedente sono stati il 66% del capitale sociale e l’88% circa dei voti rappresentati in assemblea.

 

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