Da Ecomondo: l’Europa ha tagliato investimenti green

4 Nov 2025
In breve SRI Finance Commenta Invia ad un amico

Al via, oggi, gli Stati Generali delle green economy 2025, con la denuncia di un gap di risorse per l’equilibrio sostenibile europeo. L’evento, promosso dal Consiglio Nazionale della Green Economy e dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, si svolgerà a Rimini nell’ambito di Ecomondo il 4 e 5 novembre.

La Relazione sullo stato della green economy 2025, si legge in una  nota, contiene un focus sulla green economy europea, nel contesto della retromarcia del Presidente Trump e dell’accelerazione cinese, con un aggiornamento sulle principali tematiche strategiche della green economy in Italia.

Il nodo risorse, prosegue la nota, mette a rischio il green deal europeo. L’Europa ha un forte interesse alla decarbonizzazione: è, infatti, il continente che si sta scaldando più rapidamente, dove il 2024 è stato l’anno più caldo da oltre 100mila anni, con temperature a +1,6°C rispetto ai livelli preindustriali.

Per proseguire un’efficace transizione ecologica c’è la necessità di incrementare in modo consistente gli investimenti europei. La proposta di Quadro Finanziario Pluriennale (Qfp, 2028-2034), presentata dalla Presidente Von der Leyen, comporta una riduzione degli investimenti green.
Il nuovo Fondo Europeo per la competitività del Qfp avrebbe una dotazione di soli 409 miliardi, da ripartire in 5 settori: transizione green e decarbonizzazione; transizione digitale; salute; biotecnologie, agricoltura e bioeconomia; difesa e spazio (cui sono destinati 131 miliardi di euro, il 32% del Fondo). L’aumento del programma europeo Horizon per la ricerca a 175 miliardi di euro non sarà certamente sufficiente a sopperire alla modestia del Fondo Europeo per la competitività. Insufficiente anche la raccolta, stimata in 58,5 miliardi all’anno, di risorse europee aggiuntive per finanziare il nuovo Qfp che va decisamente aumentata, riprendendo la proposta, ribadita ripetutamente da Draghi, di ricorrere al debito comune europeo con l’emissione di Eurobond ed esaminando la possibilità dell’applicazione di una global minimum tax e di una digital tax europee.

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