ET.Analist/ MainStreet Partners: «Da Sfdr le novità per Mifid II»

15 Apr 2021
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ET.Analist è lo spazio in cui ETicaNews raccoglie i contributi di analisti, asset manager e studiosi che fanno il punto su temi specifici del mondo della finanza sostenibile. Nell’ultimo numero (Finanza Sri, gli ultimi report degli analisti/ 23Neill Blanks, Research Director di MainStreet Partners nel documento “Come capire se un fondo è davvero sostenibile?” sottolinea come l’entrata in vigore del Regolamento sulla disclosure delle informazioni relative alla sostenibilità nel settore finanziario (Sfdr), avvenuta il 10 marzo, avrà un impatto principalmente sui gestori e distributori di prodotti finanziari. Tuttavia, date le modifiche proposte a Mifid II, anche consulenti e gestori dovranno adattare la loro valutazione delle preferenze dei clienti in relazione ai criteri ambientali, sociali e di governance (Esg).

Questa valutazione, avverte Blanks, «probabilmente cambierà il processo e la conversazione con i clienti sotto vari punti di vista», sia nella discussione sugli obiettivi di investimento, sia nella fase in cui si consiglia un prodotto finanziario. Per affiancare consulenti e gestori, ci sono una serie di domande utili che vanno dalla «valutazione complessiva della società», che comprende la sua «credibilità» e «le risorse dedicate al fondo e alla sostenibilità più in generale»; all’analisi della strategia, ossia un’indagine sulla mission sostenibile del fondo e sulla selezione dell’universo di investimento. Infine un ulteriore supporto arriva dall’analisi a livello di partecipazioni.

Per questa terza fase, MainStreet Partners si affida a un modello proprietario. Tuttavia, i consulenti «possono chiedere agli asset manager qual è il loro processo per il controllo delle singole partecipazioni in base agli obiettivi di sostenibilità del fondo. Si dovrebbe anche chiedere il profilo di sostenibilità generale del portafoglio, se ci sono state controversie negli ultimi anni e come il gestore del fondo le ha affrontate. Infine, è bene fare attenzione al fatto che i rating delle aziende spesso non incorporano le controversie in modo tempestivo».

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