era il 2011, e sembravamo dal lato sbagliato del tavolo

ETicaNews, i nostri primi 10 anni

13 Dic 2021
Editoriali Commenta Invia ad un amico
Quel sogno era talmente avanti che, come spesso accade, faticava a essere interpretato come un qualcosa da rendere reale. Quel sogno di un’editoria indipendente e capace di individuare, comprendere e raccontare l’etica nel business, è oggi il think tank ET.group

La cosa più insopportabile, è quando ti dicono “la fortuna di essere al posto giusto nel momento giusto”.

Ecco, non è per niente così.

Quest’anno, ETicaNews festeggia 10 anni di esistenza. I primi articoli, su un sito molto basilare, iniziarono a essere sviluppati nell’estate del 2011. Poi la società fu creata nel novembre di quell’anno. E il progetto cominciò a coinvolgere una serie di persone e professionisti, la cui lista sarebbe improponibile da riportare qui, tutti attratti dal sogno di un modello nuovo di giornalismo, innestato in un modello nuovo di economia e società.

Quel sogno era talmente avanti che, come spesso accade, faticava a essere interpretato come un qualcosa da rendere reale. Ovvero, un qualcosa che potesse prendere i connotati di un’azienda editoriale diversa.

Eppure, pur scontrandosi come Wilcoyote con il granito della realtà, grazie a quel sogno il progetto è riuscito a trovare la strada nuova che immaginava. ETicaNews parlava di etica, ovviamente. Ma immaginava il modo per trasformare gli aspetti valoriali in un meccanismo che potesse aiutare il sistema di business, aiutarlo a crescere e, nel contempo, aiutarlo a migliorare se stesso.

Questa spinta sognatrice ha progressivamente trasformato il nostro giornalismo in continua attività di studio, e in nuovi strumenti di analisi e di ricerca. ETicaNews ha evoluto il proprio ruolo di osservatore e reporter, in quello di stakeholder del sistema che descriveva ed esaminava. Finendo per esserne un tassello. Uno specchio? Una coscienza? Senz’altro uno scomodo interlocutore, ma non perché dedicato alla pubblica denuncia, bensì perché promotore di idee e best cases con cui era progressivamente più difficile misurarsi.

Ecco, in poche parole, la trasformazione concettuale di 10 anni è questa: da “giornalismo passivo” a “giornalismo attivo”.

Quel sogno di un’editoria indipendente e capace di individuare, comprendere e raccontare l’etica, è oggi il think tank ETicaNews.

O meglio, il think tank ET.group.

Infatti, iniziamo a indicare il nostro progetto con un concetto di gruppo, mantenendo il richiamo al tema originale: ET. Questo cambiamento, si veda bene, non perché sia superato il riferimento all’etica: al contrario, riteniamo che sia sempre più chiaro come, al di sopra delle innumerevoli forme di sostenibilità con le quali il sistema si deve oggi misurare, ci sia il motore primo del “comportamento del soggetto”, il suo equilibrio tra bene e male. Questa attitudine etica, alla fine, è ciò che farà sempre la differenza tra le diverse tipologie di Esg che andremo a misurare.

Chiamarci gruppo, cioè ET.group, ci pare oggi doveroso per ragioni meno metafisiche, e più operative. Ci è necessario fare capire, ai nostri interlocutori, l’ormai articolata molteplicità di spin off generati (o imposti?) dal sogno originario di ETicaNews.

Lo spin off degli indici e dei database di ricerca.

Lo spin off degli eventi.

Lo spin off della formazione.

Lo spin off della consulenza.

 

È un grande privilegio, oggi, avere la possibilità di essere giornalisti sul fronte della più grande rivoluzione socio-economica della storia moderna. Ancor più è un privilegio essere giornalisti attivi, capaci di valorizzare la propria conoscenza, condividendola con il sistema, al di là di ciò che si scrive.

Ma questo privilegio è tutt’altro che legato alla fortuna, come si diceva, di essere “al posto giusto nel momento giusto”.

Noi, infatti, eravamo qui, in questo posto, assai prima del momento giusto. Tanto che, a quei tempi, era più lecito dire che ci si sedeva dalla parte sbagliata del tavolo, in quanto quella giusta era tutta piena.

Si possono aggiungere due cose. La prima è che, forse, il “momento giusto” abbiamo noi stessi contribuito a crearlo.

La seconda (sì, togliamoci qualche sassolino) è che se noi c’eravamo quando addirittura era il momento sbagliato di esserci, non si capisce come altri, arrivati in modo evidente dopo, possano vantare di esserci sempre stati.

Ma ora che siamo tutti seduti dalla parte giusta del tavolo, fare i difficili sulle origini ha poco senso. Sfruttiamo questo momento di grande euforia per la sostenibilità, e cerchiamo di cambiare il mondo più che è possibile.

Quando poi saremo in troppi, nel posto giusto, noi siamo già pronti a spostarci. Ci siederemo in un nuovo posto sbagliato.

Grazie a tutti

Luca Testoni

 

1 commenti

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  • ESGgovernanceLAB

    da giornalismo passivo a giornalismo attivo… una voce critica (non polemica) e limpida…uno sparring partner con cui andare in dialettica e fare sintesi…
    aggiungo anche un giornalismo partecipato, sempre disponibile ad accogliere idee, segnalazioni e spunti per elaborarli – se opportuni – in approfondimenti e articoli..

    Quando poi sarete in troppi, nel posto giusto, voi siete già pronti a spostarvi. Vi siederete in un nuovo posto sbagliato…e comincerete un altro bel giro di danza e creerete un nuovo momento giusto..
    un’ultima cosa… a questo altro eventuale tavolo, mi piacerebbe se ci fosse una seggiola in più (porto il vino e qualche leccornia di mia moglie e dei miei suoceri)

    Davide