Green Zone: Perché investire in Green Bond?

7 Nov 2022
Notizie extra Commenta Invia ad un amico

Dopo le ondate di calore che hanno imperversato su tutta Europa nell’estate 2022, gli obiettivi dell’Accordo di Parigi – ridurre le emissioni di gas serra e contenere l’aumento della temperatura del pianeta sotto ai 2°C rispetto ai livelli preindustriali – diventano più che mai imperativi.

L’invasione russa dell’Ucraina è stata il campanello d’allarme che ha richiamato l’attenzione sulle forniture di energia in Europa, dimostrando la necessità di affrancarsi dalla dipendenza dai combustibili fossili.

Promuovere la transizione energetica verso un mondo a basse emissioni di anidride carbonica è diventata una priorità dei paesi e delle società di ogni parte del pianeta. Secondo le stime dell’Agenzia internazionale per l’energia (AIE), per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2030 sarà necessario un investimento globale dell’ordine di 4 trilioni di dollari all’anno. [1]

Mentre la finanza sostenibile è chiamata a offrire soluzioni che permettano di accelerare la transizione energetica, i Green Bond si affermano come tipologia d’investimento in grado di contribuire a finanziare la radicale trasformazione del mix energetico.

CHE COSA SONO I GREEN BOND?

I Green Bond sono probabilmente uno dei migliori veicoli obbligazionari oggi disponibili per accelerare la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. Sono simili alle obbligazioni tradizionali perché anch’esse prevedono che l’emittente restituisca all’investitore il capitale investito, oltre agli interessi (cedola), entro un periodo di tempo prefissato.

La differenza sta invece nel fatto che i proventi delle emissioni di Green Bond sono impiegati per finanziare progetti che favoriscono la transizione ambientale ed energetica, per esempio progetti mirati allo sviluppo della mobilità a zero emissioni, alla ristrutturazione energetica delle abitazioni o di immobili pubblici o privati ad uso commerciale, o ancora allo sviluppo e lo stoccaggio di energie rinnovabili.

Gli emittenti di Green Bond sono soggetti pubblici e privati di vario tipo, quali governi, società, istituzioni intergovernative, istituzioni finanziarie e agenzie per lo sviluppo. A fare da apripista con l’emissione dei primi Green Bond furono la Banca europea per gli investimenti e la Banca Mondiale, con il Climate Awareness Bond emesso dalla BEI nel 2007 [2] e il primo Green Bond emesso dalla Banca Mondiale nel 2008. [3]

Ben presto le emissioni societarie di Green Bond si sono moltiplicate, passando da 27 miliardi di dollari nel 2014 a più di 34 miliardi nel 2016. [4] Proprio nel 2016 fu Apple a realizzare la più grande emissione societaria di sempre di Green Bond in dollari (1,5 miliardi), cogliendo di sorpresa molti analisti. [1] Questa operazione fu una vera e propria pietra miliare nel settore delle obbligazioni green.

Finanziò anche, tra gli altri, il progetto per un sistema robotico destinato a smontare gli iPhone rottamati e a recuperare i materiali riciclabili, come argento e tungsteno. Apple intendeva così contribuire alla transizione energetica intensificando la ricerca di materiali più sostenibili per i suoi prodotti e riciclando i dispositivi obsoleti. Un anno dopo, Apple procedette a una seconda emissione di Green Bond del volume di 1 miliardo di dollari.

PERCHÉ SONO COSÌ APPREZZATI?

Per le società, l’emissione di Green Bond rappresenta un’enorme opportunità che consente loro di raccogliere risorse utilizzabili per trasformare le infrastrutture energetiche datate e inefficienti rendendole efficienti e rispettose dell’ambiente. Gli investitori hanno invece la possibilità di inserirsi in questo processo come portatori d’interesse, accettando in cambio il rischio dell’eventuale perdita del capitale investito.

Naturalmente, l’invasione russa dell’Ucraina dello scorso febbraio e la successiva crisi energetica che ha colpito l’Europa, accanto al rialzo dei tassi d’interesse e all’elevata volatilità, hanno provocato una riduzione generalizzata delle emissioni obbligazionarie nel corso del 2022. Secondo la Climate Bonds Initiative, nella prima metà dell’anno il totale dei nuovi strumenti di debito green si è attestato a 218,1 miliardi di dollari, in flessione del 21% rispetto ai volumi record (277,5 miliardi di dollari) del primo semestre del 2021. [5]

Tuttavia, mentre nel primo trimestre (T1) 2022 si sono registrati i volumi più bassi dal quarto trimestre 2020, le emissioni green hanno avuto un recupero nel T2, con 121,3 miliardi di dollari di nuove emissioni di bond, pari a un incremento del 25% rispetto al trimestre precedente.5 Alla fine, le emissioni green complessive si sono riavvicinate alla meta simbolica dei 2 trilioni di dollari, fermandosi appena sotto a 1,9 trilioni. [5]

In virtù della notevole trasparenza offerta dai Green Bond, gli investitori riescono, in qualche misura, a quantificare i vantaggi insiti in questo tipo d’investimento mediante parametri accessibili (per esempio, riduzione dell’anidride carbonica, Gigawattora di energia pulita prodotta). Questa caratteristica rende i Green Bond decisamente più tracciabili delle obbligazioni tradizionali.

Non siamo ancora arrivati all’adozione di standard condivisi che consentano di comparare i Green Bond di settori ed emittenti diversi. Tuttavia, il miglioramento continuo dell’informativa e della trasparenza, l’incremento delle fonti di dati e la standardizzazione delle metodologie di misurazione contribuiranno senz’altro a un sensibile progresso sotto questo profilo nei prossimi anni.

In definitiva, spetta all’emittente dotarsi di criteri chiari per confermare l’idoneità di un progetto a essere finanziato, oltre che per consentire una rigorosa tracciabilità delle risorse impiegate.

I GREEN BOND SONO TUTTI UGUALI?

No, non sono tutti uguali e, talvolta, può esserci qualche confusione sulla particolare sfumatura di “verde” di una determinata obbligazione. Per definizione, i Green Bond producono un impatto ambientale positivo. I “Social Bond”, spesso accorpati ai Green Bond, perseguono invece obiettivi sociali, per esempio abitazioni a prezzi accessibili. Ci sono poi i bond “sostenibili”, che offrono contemporaneamente vantaggi di carattere sociale e ambientale.

I Green Bond Principles emanati dalla International Capital Market Association fissano le linee guida per gli emittenti di Green Bond e per gli investitori in cerca di informazioni utili per valutare l’impatto ambientale dei loro investimenti. Ma l’accertamento del “contenuto green” non è una scienza esatta, per esempio non tutti gli emittenti di obbligazioni verdi s’impegnano a pubblicare un bilancio annuale d’impatto basato su parametri quantitativi.

Per questo motivo è importante agire con oculatezza e, fortunatamente, alcuni asset manager sono più selettivi di altri. Mentre alcuni si accontentano di un’analisi minima, altri esigono che gli impatti ambientali di un progetto di Green Bond siano sufficientemente chiari e ambiziosi da garantire progressi significativi verso il conseguimento dell’obiettivo dichiarato.

É certamente importante prestare particolare attenzione al grado di dettaglio e di trasparenza dell’informativa sull’impatto prevista per ciascun progetto, perché questo aiuterà gli investitori a stemperare i timori di “falso ambientalismo”, cioè dell’eventualità di trovarsi di fronte a un processo che possa indurre in errore o fornire informazioni fuorvianti sul carattere ecologico dei prodotti di un’azienda.

In sintesi, la rapida ascesa dei Green Bond mostra che gli investitori sono pronti a mettersi al timone della transizione energetica. Ma non va dimenticato che stanno anche diventando più accorti ed esigenti, ben consapevoli dei pericoli associati al “greenwashing”. Questo aspetto diventerà ancora più importante via via che il mercato si farà più maturo e diversificato, con la presenza di nuovi emittenti, rating, paesi e settori.


[1] Fonte: IEA, Net Zero by 2050, maggio 2021, https://www.iea.org/reports/net-zero-by-2050
[2] Fonte: Banca europea per gli investimenti, https://www.eib.org/en/investor-relations/cab/index.htm
[3] Fonte: Banca Mondiale, https://www.worldbank.org/en/news/immersive-story/2019/03/18/10-years-of-green-bonds-creating-the-blueprint-for-sustainability-across-capital-markets
[4] Fonte: Natixis Investment Managers, 2017, http://hub.im.natixis.com/en/articles/green.shtml
[5] Fonte: Climate Bonds Initiative, 2022, https://www.climatebonds.net/resources/press-releases/2022/08/h1-market-report-green-and-other-labelled-bond-volumes-reach-4178bn

 

Avvertenze 

Il presente materiale viene fornito esclusivamente a fini informativi su richiesta di soggetti che prestano servizi di investimento ed altri Clienti Professionali. Questo materiale non deve esse usato con gli investitori Retail. Gli intermediari che prestano servizi di investimento sono responsabili nei confronti dei propri clienti dell’offerta o vendita di fondi o servizi a terzi nel rispetto delle norme applicabili nel relativo Paese. 

Per ottenere un riepilogo dei diritti dell’investitore nella lingua ufficiale della propria giurisdizione, consultare la sezione documentazione legale del sito web (im.natixis.com/intl/intl-fund-documents) 

In Italia: Il presente materiale è fornito da Natixis Investment Managers International., società di gestione del risparmio, o dagli uffici della sua succursale Natixis Investment Managers International, Succursale Italiana. Natixis Investment Managers International è una società di gestione di diritto francese autorizzata dall’AMF e registrata al numero GP 90-009 e società anonima registrata al numero 329 450 738. La sede legale di Natixis Investment Managers International è 43 avenue Pierre Mendès France, 75013 Paris. La sede legale di Natixis Investment Managers International, Succursale Italiana è in Via San Clemente 1, 20122 Milan, Italy. 

Le società sopra menzionate sono strutture commerciali controllate da Natixis Investment Managers, holding che raggruppa varie società di gestione specializzate e strutture commerciali presenti sul territorio mondiale. Le società di gestione e le strutture commerciali controllate da Natixis Investment Managers svolgono le loro attività regolamentate solo nelle o dalle giurisdizioni in cui sono abilitate ed autorizzate. I prodotti ed i servizi offerti possono quindi non essere disponibili in tutti i Paesi, ovvero per tutti i tipi di investitori. 

Le informazioni riportate nel presente materiale sono ritenute attendibili da Natixis Investment Managers ; tuttavia non è possibile garantirne precisione, adeguatezza o completezza. 

All’interno del presente documento, la presentazione e /o i riferimenti a specifici titoli, settori o mercati non è da intendersi in termini di consulenza su investimenti, sollecitazione o proposta di acquisto o vendita di strumenti finanziari né offerta di servizi finanziari. Prima di ogni investimento, gli investitori devono esaminare con attenzione gli obiettivi di investimento, i rischi, i costi relative a strategie e prodotti. Le analisi, le opinioni, determinati temi di investimento e il processo di investimento descritti in questo documento rappresentano le posizioni del gestore di portafoglio ad una certa data. Tali elementi così come la composizione e le caratteristiche del portafoglio sono soggetti a cambiamento nel tempo. Le evoluzioni future possono non corrispondere alle previsioni formulate nel presente documento. 

Il presente materiale non può essere distribuito, pubblicato o riprodotto, in tutto od in parte. 

Gli importi riportati si intendono espressi in USD se non diversamente indicato.

Natixis Investment Managers può decidere di cessare i suoi accordi di commercializzazione per questo fondo in conformità con la legislazione pertinente 

Documento ad uso riservato degli investitori professionali  di cui è vietata la diffusione tra il pubblico.
0 commenti

Lascia un commento