I filantropi italiani? Non sanno chi aiutare

19 Mag 2015
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Cresce la filantropia internazionale. Secondo il Bnp Paribas Individual Philanthropy Index 2015, basato sulle risposte di 400 filantropi individuali in Europa, Stati Uniti, Asia e Medio Oriente con donazioni di almeno $5 milioni, Europa e Asia sono le aree in cui le donazioni sono crescite di più, rispettivamente del 9% e del 7% rispetto al 2013.

In Italia, alla base dell’intervento filantropico c’è il desiderio di aiutare gli altri (60%), senso del dovere (56%) e passaggio intergenerazionale di un impegno avviato (52%).

Il 36% dei filantropi italiani premia cause di rilevanza nazionale. Seguono gli interventi a livello globale davanti a quelli regionali/locali (rispettivamente 24% vs 20%).

Le principali difficoltà, ancora più marcate rispetto alla media totale, riguardano la scelta della problematica sociale su cui attivarsi (48%) e la capacità di orientarsi in un grande numero di organizzazioni (36%) e tra le modalità di giving disponibili (32%). I filantropi italiani si affidano principalmente a familiari (52%), a conferenze di settore (40%) e al supporto di consulenti professionali (36%).

Netta l’indicazione rispetto alle problematiche supportate, in linea comunque con le indicazioni totali: al primo posto l’area salute (72%), seguita dall’ambiente (60%).

I filantropi italiani mostrano un forte commitment di risorse economiche: il 32% destina tra il 15% e il 19,9% delle proprie entrate annuali, e il 28% tra il 10% e il 14,9%, rispetto alle tendenze globali (rispettivamente 20% e 21% dei rispondenti).

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