La finanza è senza etica? Lo pensa il 64% degli intervistati da Asfor

7 Ott 2016
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Il senso etico è meno forte nel settore della finanza rispetto alle imprese dell’economia reale? Secondo il 64% degli intervistati la risposta è: sì. La pensa diversamente una percentuale assai inferiore: il 18%, mentre un altro 18% non si posiziona. E gli strumenti del bilancio sociale e gli indicatori di impatto sociale sono ritenuti uno strumento per diffondere e rafforzare comportamenti etici solo dal 50% delle persone (il 29%, invece, non la pensa così, mentre il 21% resta neutro).

Sono alcuni dei risultati della ricerca “Etica, responsabilità pubblica, imprenditorialità e management” presentata dall’Asfor (Associazione italiana per la formazione manageriale) il 4 ottobre al Salone della Csr e dell’innovazione sociale.

La ricerca è stata strutturata sia usando un questionario online, sia attraverso dialoghi tra esperti per affrofondire alcuni temi legati all’etica, ma i dati illustrati sono ancora una prima rielaborazione di quelli quantitativi usciti dal questionario, rimasto accessibile per sei mesi e somministrato solo attraverso inviti individuali.

I questionari validi, alla fine, sono risultati 426. Le risposte sono state date nel 65% dei casi da uomini, quasi tutti oltre i 30 anni di età (il 74% ha più di 40 anni). Le principali professioni di chi ha compilato i questionari sono: 21% accademici, 14% consulenti, 14% funzionari e quadri, 13% top manager, 11% dirigenti e altrettanti imprenditori. Nei due terzi dei casi si tratta di persone che lavorano nel privato, mentre uno su cinque ha un impiego in università.

Un’altra risposta piuttosto interessante è quella data rispetto alla affermazione formulata così: “Il dibattito sull’etica è prevalentemente di immagine e di facciata e non tocca sostanzialmente i comportamenti reali di imprese/enti”. Ebbene, il 67% di chi ha risposto è d’accordo con questa affermazione, mentre solo il 17% la pensa diversamente e il 16% non si è schierato.

Da notare poi che ben il 43% sostiene che “ci sono settori nei quali non è possibile o non ha senso applicare l’etica” (il 53%, invece, è in disaccordo con questa frase).

Quanto all’efficacia degli strumenti per diffondere o rafforzare compartamenti etici, come accennato, appena il 50% pensa che possano servire bilancio sociale e indicatori di impatto sociale (il 29%, invece, la pensa al contrario, e ben il 21% resta neutro sull’argomento).

Ciò che invece può servire, secondo chi ha compilato il questionario, è invece l’esempio diretto di direzione top management: ben il 97% pensa che questo possa servire.

 

 

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