Nina Hodzic, senior Esg Specialist di NNIP

«La forza di essere Sri nel Dna»

30 Mag 2016
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NN_IP_logo_web«Essere una realtà finanziaria Sri è oggi assolutamente un vantaggio, poiché la richiesta di applicare i criteri Esg sta diventando mainstream». Nina Hodzic, senior Esg Specialist di NN Investment Partners, non ha dubbi sull’importanza di avere integrato, in maniera trasversale, i principi di finanza responsabile all’interno del gruppo. Perché i clienti che puntano a fare finanza Sri, cercano la garanzia di una controparte che sia ormai Sri nel proprio Dna. Questo genere di aspettative è cresciuto significativamente negli anni, aggiunge la manager, e fa riferimento a una serie di circostanze (da Cop 21 ai rating di Morningstar) «che consentiranno al processo di accelerare». Anche in Italia, dove «il percorso degli investimenti responsabili è ancora ai primi passi».

Essere Sri rappresenta un vantaggio competitivo per NNIP?

Sì, è assolutamente un vantaggio competitivo. L’approccio Esg è diventato un “hygiene factor” per un numero crescente di gare, mandati e questionari dei clienti (e non solo per prodotti dedicati allo Sri, bensì anche per prodotti trazionali/mainstream).

Ed è un vantaggio che è cresciuto rispetto a qualche anno fa?

È così. Le aspettative dei client sono cambiate significativamente negli anni, portando l’asticella sempre più in alto. Mentre nel passato era sufficiente aver sottoscritto gli impegni dell’UnPri, adesso dobbiamo essere capaci di dimostrare la leadeship negli Esg, e proporre consulenza e soluzioni su misura.

Quali sono i risultati di questa asticella sempre più alta ?

Abbiamo oltre 4 miliardi di asset investiti nelle nostre strategie Sri azionarie o nel reddito fisso. Questo è il risultato di un sostenuto interesse dimostrato dai nostri clienti, combinato con considerevoli performance degli investimenti. Questi fondi hanno un focus ben definito su società con modelli di business sostenibile. E abbiamo tipologie di clienti molto differenti, dalle istituzioni e fondazioni religiose ai fondi pensione, assicurazioni e banche. Questo dimostra che sta cambiando l’intero mercato dell’investimento responsabile, passando da una dimensione di nicchia a un posizionamento mainstream.

Lo ritiene un effetto di Cop21? O è qualcosa di più strutturale?

È definitivamente qualcosa da non limitare all’effetto Cop21, sebbene la conferenza internazionale di Parigi sui cambiamenti climatici abbia di certo aiutato. Certo, in conseguenza dell’accordo sul clima e di una più generale attenzione sulle tematiche ambientali, ci attendiamo di vedere un interesse crescente nel nostro fondo sui Green Bond che abbiamo lanciato di recente.

Oltre a Cop21, peraltro, ci sono molte altre iniziative internazionali che stanno spingendo il mercato degli investimenti responsabili. La più importante è quella dell’Unpri, ma anche le diverse Authority e i regolatori stanno attualmente ponendo molta attenzione e richiedendo alle istituzioni finanziari di aumentare i propri sforzi nell’ambito Esg.

Un altro interessante sviluppo è legato a Morningstar. Il provider di servizi finanziari ha di recente lanciato un sistema di rating di sostenibilità applicato sia ai fondi Sri sia a quelli tradizionali. In questo modo, le valutazioni del livello Esg di un portafoglio saranno disponibili non solo agli investitori istituzionali, ma anche agli investitori retail e ai loro consulenti. Il fatto che una organizzazione delle dimensioni di Morningstar abbia lanciato questo sistema di rating accelererà il processo degli investimenti responsabili verso il mainstream.

In Europa, quale Paese è più avanti nello Sri?

Questo dipende molto dagli aspetti che stiamo monitorando, ovvero se parliamo di sviluppo dei fondi Sri, dell’integrazione degli Esg, dell’impact investing o delle attività di azionariato attivo. Per esempio, mentre l’integrazione dell’analisi Esg è molto forte in Olanda, gli Uk spiccano per le pratiche di azionariato attivo. I Paesi nordici, d’altro canto, sono conosciuti per le strategie di esclusione.

Uno degli ambiti di sviluppo più recenti è l’analisi dell’impronta ambientale (del carbonio) di un portafoglio. La Francia, per esempio, è il primo Paese che introdurrà la carbon footprint per gli investitori. Fondi pensione, compagnie di assicurazione e altri investitori istituzionali in Francia dovranno rendicontare come stanno gestendo i rischi da climate change. Questo può aprire la strada ad altri Paesi che seguiranno l’esempio della Francia.

Il percorso di crescita del mercato Sri a che punto è in Italia?

L’Italia è ancora ai primi passi del percorso. In ogni caso, la crescita degli asset Sri negli ultimi anni dimostra che le strategie Esg stanno prendendo piede. Grazie al notevole lavoro del Forum per la finanza sostenibile nel promuovere gli investimenti responsabili in Italia, ci aspettiamo che il trend continuerà.

Serve comunicazione?

Un elemento chiave sarà condividere le informazioni e le best practices tra asset manager e asset owners. Gli asset manager hanno un ruolo importante nell’educare gli asset owners in tema di investimento responsabile. Come NNIP, investiamo parecchio tempo nell’attività di condivisione della nostra conoscenza ed esperienza, organizzando eventi per i clienti, partecipando alle diverse iniziative sugli Esg e proponendo materiale sul nostro sito.

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