ufficialmente archiviata la trasparenza dei prodotti sostenibili
La Sec congela le norme Esg per i fondi
La Securities and Exchange Commission (Sec) degli Stati Uniti ha ufficialmente ritirato una serie di proposte normative elaborate durante la presidenza di Gary Gensler, tra cui una delle più attese e discusse: il regolamento che avrebbe imposto maggiori obblighi di trasparenza e rendicontazione sui fondi incentrati sui criteri Esg. L’obiettivo dichiarato della proposta era fornire informazioni coerenti agli investitori ed evitare il rischio di greenwashing.
Una scelta in controtendenza rispetto all’Europa che, dal canto suo, prosegue sulla strada della standardizzazione e della trasparenza con regolamenti come la Sfdr in fase di revisione.
LA PROPOSTA DEL 2022 ANTI-GREENWASHING
Presentata per la prima volta nel 2022 con il titolo “Enhanced Disclosures by Certain Investment Advisers and Investment Companies About ESG Investment Practices”, la proposta mirava a stabilire uno standard uniforme per le comunicazioni Esg da parte di consulenti e dei gestori che considerano i fattori Esg nei loro processi di investimento.
In particolare, avrebbe richiesto:
- Disclosure dettagliate delle strategie Esg nei prospetti, nei report annuali e nei documenti ufficiali dei fondi.
- Disclosure obbligatorie sulle emissioni di gas serra (come impronta e intensità di carbonio) per determinati fondi incentrati sull’ambiente.
- Un format standardizzato delle informazioni Esg per facilitare il confronto tra fondi da parte degli investitori.
- Una disclosure ulteriore per i fondi che tengono conto dei fattori Esg nel loro processo di investimento. La quantità di informazioni da divulgare sarebbe dipesa dall’importanza dei fattori Esg nella strategia di un fondo e avrebbe un framework “a più livelli”, con una panoramica concisa nel prospetto informativo integrata da informazioni più dettagliate in altre sezioni del prospetto stesso o in altri documenti informativi.
La proposta identificava tre tipi di fondi Esg: (i) Esg Integration Funds, che integrano i fattori Esg insieme a fattori non Esg nelle decisioni di investimento, ma tali fattori Esg non sono generalmente più significativi di altri; (ii) Fondi Esg-Focused per i quali i fattori Esg sono una considerazione significativa o principale nella selezione degli investimenti; e (iii) Impact Funds, che sono fondi incentrati sull’Esg che cercano di ottenere uno o più impatti Esg specifici.
I consulenti avrebbero dovuto inoltre fornire in una “brochure” (Form ADV Part 2 della proposta) informazioni simili a quelle sopra indicate sui propri servizi di consulenza in merito alla loro considerazione dei fattori Esg nelle strategie di investimento o nei metodi di analisi o alle commissioni.
L’intento della proposta era fornire agli investitori strumenti più affidabili per distinguere i fondi realmente sostenibili da quelli che usano etichette “green” solo a scopo di marketing, contribuendo a rafforzare la fiducia nel mercato Esg.
IL CAMBIO DI ROTTA
Lo scorso 12 giugno 2025, sotto la nuova presidenza di Paul Atkins, la Sec ha annunciato il ritiro formale di 14 proposte normative ancora pendenti, inclusa quella sull’informativa Esg anti greenwashing, che riflette un’inversione di tendenza rispetto all’orientamento dell’amministrazione Biden più vicino alle tematiche Esg, e segna un nuovo approccio più cauto e deregolamentato sotto l’influenza dell’attuale governo.
In una nota ufficiale, la Commissione ha dichiarato:
«La Commissione non intende emanare norme definitive in merito a queste proposte. Se deciderà di intraprendere future azioni normative in uno qualsiasi di questi settori, emanerà una nuova proposta di norma».
L’annuncio fa seguito alla recente decisione della Sec, presa a marzo, di porre fine alla difesa delle norme che impongono alle aziende di rendere note le emissioni, i rischi e le spese legate al clima.
LE CONSEGUENZE
Il mancato avanzamento della norma anti-greenwashing solleva numerose preoccupazioni.
In primis, la perdita di trasparenza dovuta all’assenza di un format uniforme, per cui le informazioni Esg continueranno a essere comunicate in modo disomogeneo, rendendo difficile per gli investitori confrontare i fondi e identificare quelli effettivamente sostenibili. La mancanza di standard chiari lascia inoltre spazio a un elevato rischio greenwashing che a sua volta potrebbe minare la fiducia degli investitori.
Noemi Primini
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