L’Antitrust impone chiarezza su donazioni web per Coronavirus

30 Mar 2020
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Anche fare una donazione richiede attenzione, specialmente in un periodo dall’erogazione facile come quello attuale. La scorsa settimana, l’Antitrust ha disposto un intervento in via cautelare nei confronti del sito web www.gofundme.com che gestisce una piattaforma attraverso la quale è possibile effettuare raccolte di fondi a scopo benefico (crowdfunding). È la piattaforma della super-citata donazione attivata da Fedez e la Ferragni per l’ospedale San Raffaele di Milano.

Il provvedimento è stato motivato «dall’esigenza di interrompere la diffusione di una pratica estremamente grave, tale da rendere urgente e indifferibile l’intervento dell’Autorità». Nel dettaglio, il sito promuoveva «la possibilità di effettuare le donazioni – ha scritto l’Antitrust la scorsa settimana -, tra cui molte sono attualmente in favore degli ospedali e reparti ospedalieri delle zone più colpite dall’emergenza Coronavirus, in maniera gratuita e senza costi per il donante. In realtà, sussistono costi connessi alle transazioni con carte di credito e debito. Inoltre, la Piattaforma consente ai consumatori di elargire, per finanziare il proprio funzionamento, delle commissioni facoltative su ogni transazione; tuttavia, al momento di effettuare la donazione, la commissione è preimpostata su un valore pari a una quota percentuale della somma donata, laddove solo il consumatore che clicca su “Altro” in un menu a tendina adiacente, inserendo l’importo zero, può annullarla».

In seguito, Gofundme ha scelto di impostare a zero nel momento della donazione l’importo suggerito da versare alla piattaforma (prima era impostato sul 10%). Non solo. Nella homepage, a fianco della frase “Non ci sono costi”, è stato inserito un asterisco che rimanda, in nota, alla spiegazione: «Vengono applicate tariffe standard sulle transazioni con carta di credito e di debito».

GoFundMe, secondo quanto riportato da il Sole-24Ore, non ha commissioni obbligatorie, fatta eccezione del 2,9% legato all’elaborazione del pagamento finale e dello 0,25% sulle singole donazioni, incassato da aziende esterne che gestiscono le transazioni.

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