L’engagement? Per Bmo centrale la governance. E cita il caso Enel

22 Mag 2019
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Bmo Global Asset Management ha presentato ieri, a Milano, la 15° Relazione annuale sugli investimenti responsabili. L’attività di engagement svolta nel corso del 2018, che ha visto Bmo lavorare al fianco di 665 società in 46 Paesi, ha prodotto 237 casi di successo nell’ambito dei quali sono stati messi a segno miglioramenti sul piano delle politiche e delle pratiche Esg. Oltre metà (54%) dei traguardi raggiunti sono collegati ai Sustainable Development Goals (Sdg), e il 46% dei casi è legato a temi di governo societario. Il 14% di questi, in particolare, è connesso all’Sdg 12, incentrato sulla necessità di garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo, sul miglioramento della condivisione di informazioni in ambito Esg e sulla gestione degli effetti dell’inquinamento. Il 13% dei traguardi raggiunti è connesso all’Sdg 3, che include un incoraggiante miglioramento dell’accesso ai farmaci a prezzi sostenibili.

Nella sua attività di azionariato attivo e politiche di voto, Bmo ha votato contro il Cda nel 24% di tutte le risoluzioni e contro almeno una risoluzione nel 72% delle assemblee. Fra i temi Esg che sono stati oggetto di maggiore attenzione ci sono i cambiamenti climatici, l’inquinamento causato dalla plastica, gli standard in materia di lavoro, l’eccessivo consumo di zuccheri e le buone pratiche di governance delle aziende in termini di diversità, ricambio, etica professionale e remunerazione dei dirigenti. Il responsible investment team ha votato contro il management in quasi il 56% delle risoluzioni legate alla remunerazione, in aumento dal 47,5% del 2017, e contro il 26% delle risoluzioni legate all’elezione dei membri dei consigli, in lieve calo rispetto all’anno precedente.

Sul fronte delle singole aziende, Bmo ha citato un caso italiano, quello di Enel. «Siamo parte – ha spiegato il team responsible Investment di Bmo – del gruppo di investitori che lavora con Enel». I confronti con il gruppo si sono focalizzati «sull’expertise del board in termini di climate change; sulla strategia di impiego del carbone; e sulla disclusure delle sue analisi di scenario sul clima». Avremmo piacere di registrare, ha concluso Bmo, «un miglioramento della disclosure su queste analisi di scenario, oltre che chiarezza sui tempi di uscita dal carbone».

In generale, per il 2019, l’attività di engagement si concentrerà su cinque ambiti:

1. Responsabilità diretta dei membri del Cda
2. Fattori ambientali e sociali e rischio climatico
3. Diversità all’interno dei Cda e nelle figure apicali
4. Politica remunerativa della forza lavoro
5. Responsabilità dei revisori

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