L’impatto ambientale dei giardini pensili nel social housing

16 Giu 2015
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La tendenza a rinverdire i tetti delle città con veri e propri giardini metropolitani piace e l’Italia, con i suoi 500mila metri quadri di verde pensile l’anno in costante crescita, sta cercando di colmare il gap che ancora la separa dalla Germania, dove di metri quadri ce ne sono addirittura 10 milioni. «I giardini pensili fanno bene all’ambiente e al portafogli, con un risparmio di energia per gli edifici fino al 30%, ma sono anche strumento di integrazione e riqualificazione per le zone depresse di grandi centri urbani avendo un costo contenuto se pensiamo che la spesa si aggira tra gli 80 e i 120 euro al metro quadro», spiega Maurizio Crasso, direttore della divisione verdepensile di Harpo, azienda triestina leader nella fornitura di soluzione tecnologiche per il verde pensile.
Uno degli esempi più recenti è Cinisello Balsamo, in provincia di Milano, dove su un complesso di edilizia convenzionata (housing sociale) la società ha realizzato un sistema di giardini. Il progetto, firmato da uno studio di architettura di Milano, ha previsto sopra ogni appartamento del complesso un giardino pensile con circa 30 centimetri di spessore da utilizzare come orto o semplicemente come angolo verde. Gli appartamenti sono attigui, al punto che i giardini, separati da semplici recinzioni metalliche leggere, consentono agli inquilini di socializzare nel verde.

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