L’Oiv pubblica i principi di valutazione

21 Lug 2015
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Dopo tre anni di lavoro e di consultazioni, oggi l’Organismo italiano di valutazione (Oiv) ha pubblicato i Principi italiani di valutazione (Piv). Entreranno in vigore dal gennaio 2016, un passo fondamentale verso una maggiore qualità e trasparenza dei mercati.

I principi nazionali definiscono i vincoli che i professionisti sono tenuti a rispettare nella valutazione di aziende, strumenti finanziari, immobili, impianti, macchinari, marchi, brevetti ecc..  L’Italia si allinea così ai paesi più avanzati, quali Usa, Germania, Canada, Giappone, Cina, Hong Kong e Singapore.

Altri paesi, tra cui Francia e Regno Unito, fanno uso dei soli principi internazionali (Ivs, International valuation standards), il cui livello di dettaglio è però piuttosto basso. I principi italiani di valutazione, oltre a coordinarsi con quelli internazionali, approfondiscono le valutazioni legali prescritte dal codice civile e hanno perciò una maggiore capacità di vincolare l’operato dell’esperto.

«I principi di valutazione sono uno dei pilastri del buon funzionamento dell’economia reale e del mercato finanziario –  ha detto  il presidente dell’Oiv, Luigi Guatri – La loro funzione è accrescere la fiducia degli utilizzatori finali delle valutazioni, che non sono necessariamente i committenti».

In Italia il processo di emanazione è stato stimolato dalle associazioni Aiaf (Associazione italiana degli analisti finanziari), Andaf (Associazione nazionale dei direttori amministrativi e finanziari), Assirevi (Associazione italiana dei revisori contabili), Cndcec (Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili) e da Università Bocconi e Borsa italiana, che insieme hanno fondato l’Oiv.

Pur non essendovi cogenza di legge,  chi utilizzerà i Piv in una valutazione sarà tenuto a dichiararlo, consentendo così una più agevole attività di controllo, e il loro mancato utilizzo dovrà essere, in qualche modo, giustificato di fronte alla comunità professionale di riferimento.

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