Aberdeen spinge per uno stewardship sostenibile

Esg, un valore per il private equity

25 Ago 2017
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L’analisi e la valutazione dei fattori Esg vanno considerate come un elemento fondamentale per la selezione degli investimenti a lungo termine e per determinare l’asset allocation del proprio portafoglio. Questo elemento deve essere integrato nei concetti di stewardship, ma, soprattutto, deve essere fatto proprio dai gestori di private equity.

UNA GESTIONE ATTIVA

È fondamentale la presa d’atto del concetto di stewardship, che significa uno stile di gestione in cui il fund manager si sente proprietario attivo e coinvolto direttamente negli investimenti che detiene. Il dialogo attivo del gestore con i fondi e le società sottostanti è una componente centrale del processo di investimento poiché ricorda alle società che sono responsabili nei confronti degli investitori, incoraggiandole a concentrarsi sui loro obiettivi e sulla performance nel corso del tempo.

Aberdeen promuove attivamente una stewardship responsabile. Dal 2007 la società è tra i firmatari dei United Nations’ Principles for Responsible Investment che delineano il ruolo di guida che gli investitori ricoprono nell’interesse dei beneficiari. L’impegno in tal senso è costante.

Aberdeen valuta i rischi e le opportunità per la creazione di valore di un fondo e/o di una società a 360 gradi, con una valutazione sia finanziaria sia dei criteri Esg, soppesando tutti i fattori. Non si tratta, semplicemente, di bocciare o promuovere una decisione di investimento, bensì di condurre un’analisi qualitativa dell’impatto a lungo termine delle politiche e del comportamento aziendale per valutarne adeguatamente i rischi.

UNO STEWARDSHIP PER IL PRIVATE

L’universo d’investimento del private equity è maturato passando attraverso tre diverse fasi di creazione del valore. La prima si è concentrata sugli aspetti finanziari, la seconda ha riguardato gli aspetti operativi, la terza fase, in corso, si sta focalizzando sulla sostenibilità della crescita e vede una sempre maggiore attenzione per i criteri Esg. Per questo, oggi, i criteri Esg sono diventati sempre più importanti negli investimenti private equity. Questo dipende principalmente dalla domanda degli investitori per prodotti che tengano conto di tali criteri, ma anche del fatto che i general partner, i soci responsabili della società o del fondo, si sono resi conto che i prodotti in cui tali criteri svolgono un ruolo di rilievo in genere producono rendimenti migliori. Per questo i general partner si sono concentrati sugli indicatori chiave di performance ambientale, sociale e di governance per monitorare i processi di creazione del valore, di reporting nelle fasi di crisi e in generale nelle best practice Esg.

Aberdeen cerca quindi di assicurarsi che i gestori dei fondi sottostanti si impegnino a rispettare gli stessi standard Esg estremamente rigorosi adottati dal gruppo.

Aberdeen investe nel private equity principalmente attraverso fondi. Quando investe direttamente in una società attraverso un co-investimento, esamina sia la società sottostante sia il gestore co-investitore.

UN PREREQUISITO PER I GENERAL PARTNER

In Europa è dal 2014 che Aberdeen vaglia i portafogli private equity con questi criteri e collabora attivamente con i general partner per migliorare le loro attività. L’obiettivo è di incoraggiare le società ad attuare politiche e procedure Esg e a sviluppare indicatori chiave di performance per il monitoraggio e l’attività di reporting post-investimento. In effetti, l’Europa, e in particolare la Scandinavia, è stata all’avanguardia in questo ambito, dimostrando in che modo le società private equity possono incorporare i fattori Esg nelle decisioni di investimento. Al contrario, le società negli Stati Uniti e in Asia danno meno rilevanza ai criteri Esg e i concetti di natura ambientale, sociale o di governance sono ancora in fase embrionale in queste aree geografiche. Se le società più grandi hanno iniziato a considerare i fattori Esg, questo non vale per molte società di minori dimensioni. Da un recente studio condotto da Private Equity International è emerso che il 77% degli intervistati riconosce l’applicazione dei criteri Esg in Europa, rispetto al 33% soltanto in Asia e al 32% negli Stati Uniti.

Le ragioni sono numerose, ma probabilmente la principale è che negli Stati Uniti e in Asia manca la comprensione reale di cosa siano i criteri Esg e dei passi necessari per applicarli. L’educazione (sia dei general partner, che dei limited partner in qualità di soci non responsabili) incoraggerebbe l’integrazione delle procedure Esg nei processi aziendali. Per portare all’ordine del giorno i fattori Esg bisognerebbe inserirle tra i prerequisiti di investimento.

I CRITERI ESG DEVONO DIVENTARE LA NORMA

Quasi ogni anno viene alla luce un nuovo scandalo di corporate governance. Negli ultimi cinque anni, società di punta come Barclays e Tesco nel Regno Unito, Volkswagen in Germania, Olympus e Toshiba in Giappone e Petrobras in Brasile, sono state coinvolte in scandali a causa del comportamento illecito da parte dei dirigenti, proprio come conseguenza diretta di standard di corporate governance inadeguati.

Sottovalutare l’importanza dei criteri ambientali, sociali e di governance può avere effetti estremamente nocivi. Le società che non vengono amministrate bene rischiano di più. Al contrario, le società che pongono i criteri Esg al fulcro della loro attività in genere sono gestite meglio, sono in grado di contenere i rischi e sono più preparate ad affrontare ogni eventualità: questo significa che possono ottenere anche performance più brillanti.

Gli asset manager ricoprono un ruolo fondamentale nella misura in cui si impegnano ad agire come amministratori responsabili per i fondi e le società in cui investono.

Sintesi di un articolo pubblicato sul sito Aberdeen Thinking Aloud

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