ET.DIRECTORIES - I PROTAGONISTI DELLE ULTIME TRE SETTIMANE
Quelli che… fanno sostenibilità/ 122
Nel corso delle ultime settimane, ETicaNews ha coinvolto o menzionato una serie di protagonisti del business sostenibile e responsabile. Di seguito, ne riportiamo alcuni, con una breve sintesi di ciò che hanno detto e delle posizioni che hanno espresso, con rimando al relativo articolo. Queste persone sono solo una minima parte delle centinaia di protagonisti che ETicaNews ha incrociato nel suo percorso, e che stiamo raccogliendo nel nostro database, per offrire un riferimento unico ai professionisti dell’economia e finanza responsabile.
ABBIAMO PARLATO DI…
Maxine Waters, membro della Camera dei Rappresentati per lo Stato della California e Sean Casten, membro della Camera dei Rappresentati per lo Stato dell’Illinois
ARTICOLO: I Dem Usa contro finanza arresa a Trump
Il Partito Democratico Usa tenta di reagire dopo la sconfitta elettorale di novembre e l’ondata di ordini esecutivi di Trump che hanno smantellato le politiche federali Esg, rapidamente seguiti da banche e corporation. I deputati Dem Maxine Waters e Sean Casten hanno inviato una lettera ai ceo delle principali istituzioni finanziarie, tra cui Blackrock, Jp Morgan, Goldman Sachs, criticandole per il ritiro da iniziative green come la Net Zero Banking Alliance. Nella missiva si chiedono le ragioni del cambio di rotta sul clima, la conferma degli obiettivi di riduzione delle emissioni e dei piani per raggiungerli, anche riguardo alle emissioni dei clienti finanziati, e se continueranno a rendicontare i progressi ambientali. La richiesta più delicata riguarda eventuali contatti con l’amministrazione Trump dal 20 gennaio, relativi a tagli o congelamenti dei fondi Esg. I Dem vogliono dimostrare che banche e fondi abbiano ceduto a pressioni politiche, sacrificando gli impegni climatici per vantaggi a breve termine.
ABBIAMO PARLATO DI…
Alex de Vries, fondatore di Digiconomist
ARTICOLO: Greenpeace, “insostenibile” produzione dei chip per l’IA
Secondo Greenpeace, nel 2023 il consumo di elettricità e le emissioni di gas serra legati alla produzione di chip per l’IA sono aumentati rispettivamente del 351% e del 357 per cento. La produzione è concentrata in Corea del Sud, Giappone e Taiwan, dove prevalgono i combustibili fossili. Entro il 2030, la domanda di elettricità per questi chip potrebbe crescere fino a 170 volte, superando il consumo dell’Irlanda. Alex de Vries, fondatore di Digiconomist, evidenzia che l’impatto ambientale della produzione di chip è spesso trascurato rispetto a quello dei data center. Le aziende leader, come Nvidia e Amd, traggono enormi profitti senza affrontare adeguatamente l’impatto della loro filiera. Corea del Sud e Taiwan puntano su nuove centrali a gas, presentate come “verdi” ma ancora fossili. Greenpeace chiede alle aziende di usare solo energia rinnovabile entro il 2030 e propone investimenti diretti in solare ed eolico, contratti per energia verde e pressioni sui Paesi produttori per accelerare la transizione.
ABBIAMO PARLATO DI…
Roberto Rustichelli, presidente dell’Antitrust
ARTICOLO: Antitrust e sostenibilità: le aziende nel mirino nel 2024
Nella relazione annuale presentata a marzo, il presidente dell’Antitrust Roberto Rustichelli ha evidenziato come la sostenibilità ambientale sia sempre più centrale nella comunicazione commerciale, spingendo l’Autorità ad avviare numerosi procedimenti contro dichiarazioni ambientali vaghe o fuorvianti. Nella relazione si scrive che Gls è stata sanzionata per 8 milioni di euro per la scarsa trasparenza del suo programma “green”. Un’istruttoria, dice la relazione, è in corso contro Shein per comunicazioni ambientali ingannevoli, considerate le criticità del fast fashion. Indagini sono in corso, riporta la relazione, anche su Armani e Dior (indagine poi chiusa, ndr) per verificare dichiarazioni etiche sulla catena di fornitura. Nel settore automobilistico, Dr è stata multata per 6 milioni per aver falsamente indicato l’Italia come Paese di produzione. Istruttorie sono state aperte su Byd, Stellantis, Tesla e Volkswagen per possibili informazioni ingannevoli su autonomia, batterie e garanzie. Cresce inoltre l’importanza del rating di legalità, strumento che misura la compliance aziendale: circa 15.000 soggetti ne sono in possesso, con un incremento del 16% in un anno. Tra gennaio 2024 e marzo 2025 sono state prese 10.294 decisioni, con 280 dinieghi per reati in ambito lavorativo, tributario e ambientale.
ABBIAMO PARLATO DI…
Hortense Bioy, Head of Sustainable Investing Research di Morningstar Sustainalytics
ARTICOLO: Il dilemma Esg e la sveglia di Morningstar
A 100 giorni dall’inizio del secondo mandato di Trump, Morningstar ha pubblicato un’analisi sugli Esg, sottolineando come, nonostante l’attacco politico, i fondamentali della sostenibilità restino validi. Tuttavia, l’instabilità politica genera nuovi rischi e confusione. La nota evidenzia tre ambiti chiave: negli Usa, pur essendo improbabile l’abrogazione completa dell’Inflation Reduction Act, si teme un indebolimento, con incentivi alle rinnovabili reindirizzati verso i combustibili fossili. La deregolamentazione crea un’illusione di minori rischi ambientali, che però aumenteranno nel medio-lungo termine. A livello finanziario gli ordini esecutivi di Trump hanno spinto molte aziende a ridurre la comunicazione su temi Esg, svelando uno scollamento tra comunicazione pubblica e valutazioni reali del rischio. In Europa il ritorno di Trump ha ridimensionato le priorità green a favore di crescita e difesa, con minori requisiti informativi che rendono più difficile valutare i rischi Esg. Per Morningstar, questo scenario rappresenta una “sveglia”: la gestione Esg richiederà maggiore discernimento, perché i rischi climatici restano e diventeranno sempre più centrali.
ABBIAMO PARLATO DI…
Linda-Eling Lee, Founding Director dell’Msci Sustainability Institute
ARTICOLO: Msci: dal net-zero alla Transition Finance
Secondo l’ultimo Transition Finance Tracker di Msci, la finanza per la transizione energetica sta guadagnando terreno: il 60% delle società quotate ha un impegno climatico, i climate fund crescono e il mercato dei green bond è salito del 6% in un anno, raggiungendo i 243 miliardi di dollari. Gli investitori si stanno spostando dal focus sul net-zero dei portafogli al finanziamento della decarbonizzazione dell’economia reale. Solo il 12% delle aziende è allineato con un percorso di +1,5°C, mentre il 61% rischia di superare i 2°C. I climate fund quotati in Borsa hanno aum per 560 miliardi di dollari, con forte esposizione ai settori IT e Materials. I fondi privati, invece, investono il 40% nel settore utilities ad alta intensità di emissioni. I green bond sono emessi sia da Stati sia da aziende, con la Cina tra i principali attori. Le aziende cinesi dominano nei brevetti per tecnologie pulite; India, Taiwan e Cina guidano per crescita dei ricavi nel settore. Gli Usa, insieme a Cina e India, restano i principali emettitori di CO₂.