ET.DIRECTORIES - I PROTAGONISTI DELLE ULTIME TRE SETTIMANE

Quelli che… fanno sostenibilità/ 79

3 Dic 2021
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Una selezione dei protagonisti della sostenibilità che ETicaNews ha incontrato nell'ultimo periodo. Una parte del mondo raccolto nelle ET.directories: Erik Thedéen, Bethany Patten, Alain Godard, Paul Monaghan, René Nicolodi

Nel corso delle ultime settimane, ETicaNews ha coinvolto o menzionato una serie di protagonisti del business sostenibile e responsabile. Di seguito, ne riportiamo alcuni, con una breve sintesi di ciò che hanno detto e delle posizioni che hanno espresso, con rimando al relativo articolo. Queste persone sono solo una minima parte delle centinaia di protagonisti che ETicaNews ha incrociato nel suo percorso, e che stiamo raccogliendo nelle nostre Directories, per offrire un riferimento unico ai professionisti dell’economia e finanza responsabile. Il servizio Directories fa parte del pacchetto ET.pro.

ABBIAMO PARLATO DI…

Erik Thedéen, presidente della Sustainable Finance Taskforce di Iosco

ARTICOLO: Greenwashing, Iosco striglia le Consob nazionali

L’International Organization of Securities Commissions (Iosco) ha esortato le autorità di regolamentazione mondiali ad affrontare il problema del greenwashing nel settore della gestione patrimoniale. Tra le raccomandazioni: regole e strumenti di vigilanza ad hoc, una miglior disclosure e una terminologia standardizzata. «I nostri obiettivi comuni in qualità di autorità di regolamentazione sono proteggere gli investitori, sostenere l’integrità del mercato, garantire la trasparenza e la divulgazione delle informazioni importanti per le decisioni di investimento. Migliorare i dati è fondamentale, ma non è sufficiente se i gestori di patrimoni non integrano adeguatamente i rischi di sostenibilità nelle procedure di gestione del rischio o se presentano in modo errato le caratteristiche Esg o le prestazioni dei loro fondi agli investitori», ha spiegato Erik Thedéen, presidente della Sustainable Finance Taskforce di Iosco. «Definire normative e previsioni di vigilanza, quindi, è fondamentale per affrontare le questioni relative alla cattiva gestione del rischio e al greenwashing».

ABBIAMO PARLATO DI…

Bethany Patten, senior associate director del centro sostenibilità della Mit Sloan School of management

ARTICOLO: Professionisti Esg. Non se ne trovano

Il New York Times ha scritto un’articolo su come la trasformazione del modello economico-finanziario stia spiazzando il mercato del lavoro, con la domanda di skill Esg nettamente superiore all’offerta. Sul mercato ci sono più lavori che richiedono competenze Esg e stipendi più alti per chi ha le skills necessarie. Un fenomeno che si riflette sui corsi Mba: i più popolari sono quelli dedicati a finanza climatica, impact investing e social entrepreneurship. Secondo Bethany Patten, senior associate director del centro sostenibilità della Mit Sloan School of management, «la domanda per ruoli e competenze Esg continuerà a crescere e le aziende avranno sempre più bisogno di assumere persone in grado di gestire progetti relativi a energie rinnovabili e di rendicontare i rischi che corrono a causa del cambiamento climatico, mentre gli investitori avranno sempre più bisogno di analisti per valutare l’esposizione al rischio da cambiamento climatico e fare raccomandazioni sugli investimenti sostenibili».

ABBIAMO PARLATO DI…

Alain Godard, l’amministratore delegato del Fondo europeo per gli investimenti

ARTICOLO: Più inclusione nella carriera da venture capitalist

Il Fondo europeo per gli investimenti (Fei) rinnova per il terzo anno consecutivo il sostegno a Included Vc per migliorare la diversità e l’inclusione nel settore del venture capital. Si tratta di una borsa di studio globale di otto mesi per aspiranti venture capitalist provenienti da comunità trascurate e sottorappresentate. L’obiettivo del programma è di creare un cambiamento multigenerazionale efficace. «Vogliamo dare a tutti i talenti l’opportunità di entrare nel settore del capitale di rischio, in particolare a quelli che non hanno le condizioni e la rete che permettono di farlo. Un ecosistema di venture capital diversificato e inclusivo in Europa è la chiave per migliorare le prestazioni, ispirare soluzioni innovative e generare maggiore motivazione e coinvolgimento», ha commentato Alain Godard, amministratore delegato del Fondo europeo per gli investimenti. «Credo che questi nuovi talenti investiranno a loro volta in fondatori con background diversificati, contribuendo così a plasmare una società più forte».

ABBIAMO PARLATO DI…

Paul Monaghan, amministratore delegato della Fair Tax Foundation

ARTICOLO: Lo standard etico per pagare le tasse

Il 25 novembre, la Fair Tax Foundation, impresa sociale britannica senza scopo di lucro, ha lanciato il “Fair Tax Mark Global Multinational Business Standard”,  un gold standard internazionale della condotta fiscale responsabile che estende fuori dai confini del Regno Unito l’etichetta che aiuta investitori e stakeholder a identificare le imprese che pagano la giusta quantità di imposte sulle società «al momento giusto e nel posto giusto». «Non è più sufficiente per un’impresa affermare che la propria condotta fiscale è accettabile purché non infranga la legge, allo stesso modo in cui una cornice di impatto così ristretta sarebbe denigrata se dovesse essere implementata riguardo l’ambiente e i diritti umani – ha spiegato Paul Monaghan, amministratore delegato della Fair Tax Foundation -. L’elusione e l’evasione fiscale sono un problema globale. Quasi il 40% dei profitti delle multinazionali (circa 950 miliardi di dollari) viene spostato nei paradisi fiscali ogni anno, portando a una sbalorditiva riduzione annuale di 240 miliardi di dollari delle entrate fiscali sul reddito delle società in tutto il mondo».

ABBIAMO PARLATO DI…

René Nicolodi, Head of Equities and Themes di Swisscanto Invest

ARTICOLO: Swisscanto: rischio “travaso” da art. 9 ad art. 8

In occasione della presentazione del market outlook 2022, René Nicolodi, Head of Equities and Themes di Swisscanto Invest, ha spiegato di attendersi una stretta di regolamentazione per i fondi art. 9 che porterà molte Sgr a declassarli in art. 8. E avverte che questo porterà a due ordini di problemi. «Già ora i fondi art. 8 sono molti e di grado sostenibile diverso, cosa che genera confusione nella scelta. Mi aspetto che l’anno prossimo entreranno negli art. 8 fondi che sono ancora più sostenibili, gli ex-art. 9, aumentando la confusione, e portando di fatto la categoria, che dovrebbe essere specifica, a essere in realtà un agglomerato di tanti prodotti di fasce di sostenibilità molto diverse». Inoltre, Nicolodi teme che «le regole per far sì che un fondo sia art. 9 saranno talmente stringenti da portare la maggioranza dei prodotti che ne fanno parte a essere praticamente uguali tra di loro, con la conseguenza di convogliare gli investimenti tutti negli stessi asset, creando un problema di differenziazione dell’offerta tra le Sgr».

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