ET.DIRECTORIES - I REPORT DELLE ULTIME TRE SETTIMANE

Quelli che… studiano la sostenibilità/ 91

13 Gen 2023
Directories Commenta Invia ad un amico
Una selezione di studi e ricerche su business e finanza responsabili che ETicaNews ha incontrato nell'ultimo periodo. In questo numero: Forum per la Finanza Sostenibile e Gruppo Cerved, Mit Center for Real Estate, London Business School, Deutsche Bank, World Benchmarking Alliance

Nella sua attività quotidiana, ETicaNews riporta o menziona con continuità ricerche, analisi, report sul business sostenibile e responsabile. Di seguito, riportiamo una selezione relativa alle ultime settimane, con una breve sintesi del contenuto e con un rimando al relativo articolo. Questi report sono una minima parte delle centinaia di ricerche che ETicaNews ha incrociato nel suo percorso, e che stiamo raccogliendo nelle nostre Directories, per offrire un riferimento unico ai professionisti dell’economia e della finanza responsabile. Il servizio Directories fa parte del pacchetto ET.pro.

ABBIAMO PARLATO DELLA RICERCA…

Pmi italiane e transizione ecologica: profili Esg e finanza sostenibile” (Forum per la Finanza Sostenibile e Gruppo Cerved)

ARTICOLO: Pmi, come si muovono negli Esg

Quasi la metà (45%) delle piccole e medie imprese italiane considera la sostenibilità nelle scelte strategiche. Il 42,4% percepisce il rischio di costi di gestione più elevati dovuti all’integrazione della sostenibilità, mentre il 36,4% vede il risparmio da efficientamento e la relativa riduzione dei costi come un’opportunità. Tuttavia, la grandissima maggioranza (91%) delle Pmi non è a conoscenza delle evoluzioni normative in termini di reportistica e, più in generale, della Tassonomia (86,3%). Sono i messaggi che arrivano dalla ricerca “Pmi italiane e transizione ecologica: profili Esg e finanza sostenibile”, realizzata dal Forum per la Finanza Sostenibile in collaborazione con il Gruppo Cerved e presentata il 30 novembre. La ricerca, nata con l’obiettivo di analizzare le sfide e le opportunità della transizione ecologica, la consapevolezza sulla rilevanza degli aspetti Esg e l’accesso agli strumenti finanziari per le Pmi, ha messo in luce alcuni ostacoli e ritardi.

ABBIAMO PARLATO DEL WORKING PAPER…

Tilting the Wrong Firms? How Inflated ESG Ratings Negate Socially Responsible Investing Under Information Asymmetries” (Mit Center for Real Estate)

ARTICOLO: Alti rating Esg e portafoglio insostenibile

Il portfolio tilting Esg, la riallocazione di fondi secondo le etichette Esg, può tradursi nell’effetto indesiderato di «sfavorire le società più sostenibili in quanto i rating Esg sono inflazionati». Gli investitori responsabili dipendono molto da rating Esg esterni per formare i propri portafogli, ma ciò «incentiva le società ad aumentare il proprio rating Esg senza necessariamente migliorare la performance sostenibile». È quanto affermano due ricercatori della Maastricht University, Dennis Bams e Bram van der Kroft, nel working paper “Tilting the Wrong Firms? How Inflated ESG Ratings Negate Socially Responsible Investing Under Information Asymmetries”, pubblicato dal Mit Center for Real Estate. Gli autori spiegano che spostare il peso del portafoglio sulle società con maggiori rating Esg porta a una minore performance sostenibile: maggiori score Esg sono assegnati alle società con obiettivi sostenibili distanti nel tempo e dunque con minore sostenibilità presente.

ABBIAMO PARLATO DEL PAPER…

ESG Disclosures in the Private Equity Industry” (London Business School)

ARTICOLO: Il private equity Esg guadagna di più

C’è un trend di crescita della trasparenza Esg nel Private Equity nonostante la mancante regolamentazione del settore. Il mondo del Private Equity (Pe) migliora e continua a cresce in termini di volumi di disclosures Esg, e ciò è significativamente correlato a una maggiore performance del fondo, sia in termini di rendimenti sia di multipli di cassa e di rapporti di distribuzione di cassa. Il paper “ESG Disclosures in the Private Equity Industry”, realizzato da tre ricercatori della London Business School, attraverso un’analisi testuale di documenti e siti di 5.873 Pe tra il 2000-2021, mostra che le società di Pe hanno aumentato costantemente il numero di disclosures Esg nel tempo, indipendentemente da strategia di investimento, quotazione o meno in Borsa, grandezza, locazione o settore di maggiore focus di investimento. L’incremento risulta ancora maggiore per le Pe situate in Europa, più grandi, quotate e che investono in industrie legate a maggiori rischi ambientali.

ABBIAMO PARLATO DELL’INDAGINE…

CIO Special – Esg Survey 2022” (Deutsche Bank)

ARTICOLO: Cresce il desiderio di impatto tra gli investitori

Gli investitori stanno diventando sempre più consapevoli dell’impatto che gli investimenti Esg hanno non solo in termini finanziari (e quindi legati alla performance e al rischio), ma anche sull’economia reale (come l’impatto positivo sul mondo che ci circonda). Lo rivela l’indagine annuale “CIO Special – Esg Survey 2022” pubblicata da Deutsche Bank e condotta tra la fine di luglio e agosto 2022 che ha raccolto le risposte di 849 clienti delle regioni America, Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) e Asia Pacifico sulla loro propensione agli investimenti Esg. Gli investimenti Esg si confermano una priorità per i clienti: il 78% dei rispondenti concorda fortemente o parzialmente sul fatto che i loro investimenti dovrebbero avere un impatto positivo sul mondo. Le questioni ambientali rimangono la priorità assoluta: il 50% degli investitori dichiara che sia la “E” a guidare le scelte di investimento, il 28% la “G” e il 22% la “S”.

ABBIAMO PARLATO DEL SONDAGGIO…

Corporate Human Rights Benchmark 2022” (World Benchmarking Alliance)

ARTICOLO: Human rights, poca attenzione “sul campo”

Cresce l’attenzione delle aziende al tema dei diritti umani, ma le azioni aumentano a ritmo lento e con un basso tasso di coinvolgimento degli stakeholder e della catena di fornitura. Il messaggio arriva dalla World Benchmarking Alliance (Wba) che il 21 novembre ha pubblicato, per il 5° anno consecutivo, il report contenente i risultati del “Corporate Human Rights Benchmark”. Tre i settori coinvolti, per un totale di 127 aziende, nessuna italiana. Novità del 2022 è stato l’utilizzo di una nuova metodologia, maggiormente focalizzata sul valutare le performance aziendali in merito all’implementazione di politiche e impegni sui diritti umani. L’analisi ha portato all’identificazione delle calls to action per aziende, investitori, governi, società civile e portatori di interesse. Agli investitori si consiglia l’uso dei dataset pubblicati dal benchmark quali strumenti di partenza per l’attività di ingaggio con le aziende in cui si sono indirizzati i flussi finanziari.

0 commenti

Lascia un commento