Report Ref: il ruolo di acqua e rifiuti tra Green Deal e Piano nazionale

29 Gen 2020
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Un report appena pubblicato da Laboratorio Ref Ricerche  (Contributo N.141) analizza il ruolo che la gestione dei rifiuti e dell’acqua possono e devono avere nell’ambito della rinnovata cornice di riferimento delineata dal Green Deal europeo. «A dispetto del fatto che i target primari interessano energia e emissioni, con focus rivolto in via prioritaria all’industria e ai trasporti, anche il servizio idrico integrato e la gestione del ciclo dei rifiuti possono e devono giocare un ruolo centrale nel cercare di vincere la sfida del cambiamento climatico», affermano gli autori dello studio, Andrea Ballabio e Donato Berardi. Come? «Riducendo il conferimento in discarica, sostenendo i biocarburanti e realizzando nuovi invasi per l’accumulo di energia, ad esempio. La riconversione dei tanti sussidi dannosi deve supportare questo percorso», indicano i ricercatori che sviluppano l’analisi passando in rassegna quanto previsto dal Pniec (Piano nazionale integrato energia e clima), tenendo in debita considerazione le osservazioni espresse al riguardo sia dalla Commissione Europea che dall’Autorità di regolazione per l’energia, le reti e l’ambiente (Arera), e dal cosiddetto Decreto Clima, altro pilastro della nuova politica climatica italiana e legato sinergicamente al Pniec.

Se l’emergenza climatica e ambientale ha aperto la strada al Green Deal che intende definire il nuovo quadro di riferimento europeo e che si spiega con l’esigenza di fornire risposte più incisive e sistemiche – traguardando obiettivi più ambiziosi al 2030 ed estendendosi al 2050 – indirizzando organicamente le politiche per il clima e l’energia dei singoli Stati membri, il quadro comunitario per le politiche dell’energia e del clima al 2030, ricorda lo studio del Ref, aveva imposto ai diversi Paesi l’adozione di un piano in cui dettagliare il proprio contributo agli obiettivi europei per tale data. Da un lato, quindi, un rilancio delle politiche climatiche comunitarie, sulla scia dell’aggravarsi della già critica situazione vigente, con un corposo programma di misure da approvare e di risorse da stanziare. Dall’altro, il principale strumento che guiderà le scelte in materia di ciascun Stato europeo nel nuovo decennio, cercando di indirizzare le varie policy nazionali verso i nuovi e più sfidanti obiettivi, aggiornando ed integrando ove necessario nel corso del tempo i diversi Pniec.

Il piano italiano è stato trasmesso alla Commissione l’8 gennaio 2019, mentre il 16 giugno 2019 la stessa Commissione Europea ha adottato delle raccomandazioni specifiche sulla Proposta di Pniec italiana. Quest’ultima, una volta ricevuto il via libera della Conferenza Unificata Stato-Regioni, ha
visto il recepimento delle integrazioni ed è stata pubblicata in versione definitiva dal Mise il 21 gennaio 202022 (In vista del Technical Working Group del 30-31 gennaio 2020 quando i Piani dei Paesi UE verranno ufficialmente presentati a Bruxelles).

Il Pniec intende coprire il periodo 2021-2030 e aggiorna quanto già delineato con la Strategia Energetica Nazionale (Sen) del 2017, considerata propedeutica ai fini del varo del Pniec. I punti pivotali del Pniec sono riassunti nella tabella che segue.

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