Sammontana calcola la carbon footprint di un gelato. Incubo latte in polvere

5 Apr 2017
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Sammontana, primo produttore italiano di gelato in Italia, ha presentato nei giorni scorsi i primi risultati del progetto avviato a metà del 2016 ai fini della misurazione, compensazione e riduzione dell’impatto ambientale (carbon footprint) del suo principale prodotto, il gelato Barattolino.

Le emissioni generate dall’intera linea Barattolino per l’anno 2016 sono risultate pari a 16.935 tonnellate di CO2eq. Le maggiori emissioni di gas ad effetto serra sono risultate provenire dalle fasi relative alle “materie” (acquisto e produzione), che partecipano al totale della “carbon footprint” in misura pari al 46,4%. In particolare, i maggiori contributi al totale delle emissioni relative alle fasi relative alle “materie prime” vengono dal latte scremato in polvere, con un impatto in termini di emissioni di CO2eq pari al 54,9%, e dal burro (12,9%).

L’azienda ha inoltre presentato le iniziative aziendali finalizzate alla compensazione delle emissioni di Co2eq di Barattolino secondo gli standard di certificazione internazionali, in linea con quanto previsto dall’Accordo Volontario con il Ministero dell’Ambiente siglato nel luglio 2016.

L’obiettivo di questo processo, che sarà esteso anche ad altre linee di prodotto di Sammontana Italia, è stato di individuare gli impatti ambientali dell’intero ciclo di vita di Barattolino. Gli studi, realizzati in collaborazione con il Consorzio Universitario di Ricerca Applicata (Cura) dell’Università degli Studi di Padova, hanno consentito a Sammontana Italia di acquisire elementi utili anche per il Ministero dell’Ambiente, che potrà così contribuire alla definizione di un modello di “carbon management” nel settore della produzione del gelato.

 

 

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