Le startup universitarie? In troppe diventano società di consulenza

22 Ott 2018
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Le startup universitarie spesso diventano veicoli per fare consulenza o sviluppare «progetti puramente accademici». È quanto emerso durante la riunione annuale di Italian Angels for Growth (Iag), il principale network di business angel italiano, alla Luiss Enlabs di Roma.

Secondo gli ultimi dati raccolti da Netval, associazione che raggruppa gli uffici di trasferimento tecnologico delle principali università italiane, in Italia esistono 1.373 spinoff iscritte al registro delle startup innovative e tra queste il 90% è generato in ambito accademico. «Nel mondo degli spin-off universitari servirebbe maggiore attenzione al fenomeno – spiega Antonio Leone, presidente di Iag – perché non tutte le startup nate negli atenei hanno l’obiettivo di portare innovazione nel mondo, ma si pongono obiettivi molto tradizionali, come la consulenza o la gestione di progetti puramente accademici. Non è un caso che solo il 5% circa di tutte queste startup possa vantare un fatturato superiore al milione di euro». «Nulla di patologico – sottolinea Leone – ma sarebbe bene fare chiarezza per il sistema, concentrando le risorse sugli spin-off con vero potenziale».

Nel quadro nazionale, tra gli atenei censiti da Netval per numero di spin-off, spiccano in particolare alcune università, inserite nella Top 5. Dopo il Consiglio nazionale delle ricerche, che ha contribuito alla creazione di 74 spin-off, si trova il Politecnico di Torino, con all’attivo 74 startup create (il 6% della creazione totale). Seguono l’Università di Genova (3,7%), l’Università di Padova e Scuola Superiore Sant’Anna (3,5%) e l’Università di Firenze (3,1%).

 

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