UnPri: investitori non rallentano su clima e diritti umani
Nonostante il clima politico e normativo incerto in diversi mercati, gli investitori globali non arretrano sul fronte degli investimenti responsabili. A rivelarlo è l’ultima analisi dell’ UnPri (Principles for Responsible Investment delle Nazioni Unite), che ha esaminato i dati di rendicontazione 2024 dei suoi 3.048 firmatari tra asset owner e investment manager. I risultati mostrano come l’integrazione dei fattori Esg (in particolare rischi climatici e diritti umani) resti al centro delle strategie di selezione degli asset, costruzione dei portafogli e engagement con le società partecipate.
Secondo l’UnPri, oltre il 90% dei gestori ha ormai formalizzato processi per includere nei propri modelli decisionali i rischi climatici fisici e le questioni sociali, mentre il 93% ha assegnato un ruolo di supervisione sull’investimento responsabile a figure apicali (C-level o membri del Cda). L’attività di stewardship si conferma una pratica consolidata: l’84% dei firmatari include questioni ambientali e sociali nelle policy di voto e l’81% la estende anche agli investimenti in obbligazioni. Cresce infine l’impegno nei mercati privati, dove il 54% degli investitori in private equity e il 75% in infrastrutture include clausole Esg negli accordi contrattuali.
Gli asset owner, da parte loro, continuano a guidare l’agenda, distinguendosi per l’approccio di lungo termine e l’uso di analisi di scenario climatico, oltre ad aumentare le richieste di stewardship ai propri gestori.
asset ownerresponsible investmentstudiericercheUnpri