Whistleblowing, in tribunale un caso interno all’Oms

20 Ott 2023
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Le principali organizzazioni che si dedicano alla difesa dei whistleblower in tutto il mondo si sono unite per presentare un parere amicus curiae al Tribunale amministrativo dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro sul caso di Francesco Zambon, whistleblower dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms).

Nell’iniziativa di collaborazione sono coinvolti: GlobaLeaks, Government Accountability Project, Transparency International, Transparency International Italia, Whistleblower Aid e Whistleblowing International Network.

Il caso è emerso all’inizio del 2020, quando Zambon, ex scienziato dell’Oms, ha coordinato un gruppo di ricercatori che hanno preparato un rapporto sulla preparazione dell’Italia alle pandemie. Il rapporto, che doveva contribuire alla preparazione per l’emergenza Covid-19 di altri Paesi, è stato pubblicato online dall’Oms nel maggio 2020 e poi rapidamente ritirato 24 ore dopo. I risultati del rapporto rivelavano gravi lacune nel piano pandemico del Ministero della Salute italiano, rimasto inalterato dal 2006 nonostante gli obblighi di revisione periodica, e del tutto inadeguato a supportare l’Italia nell’affrontare il coronavirus.

Secondo la ricostruzione delle organizzazioni coinvolte nell’iniziativa a sostegno del whistleblower, dopo la pubblicazione, Zambon ha subito pressioni da parte di un alto funzionario dell’Oms, citato nel rapporto come responsabile dell’aggiornamento del piano durante il suo incarico al Ministero della Salute dal 2013 al 2017, per modificarne le conclusioni. Lo scienziato si è rifiutato, spingendo l’Oms a rimuovere completamente il rapporto dal pubblico dominio. Zambon ha segnalato internamente l’accaduto e le ritorsioni subite, ma l’Oms gli negò il riconoscimento come whistleblower e non gli ha fornito alcuna protezione.

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