Efama tutela il passporting e boccia accentramento in Esma

28 Ott 2025
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L’Efama, l’associazione europea dei gestori, ha ribadito la sua opposizione di lunga data alla vigilanza centralizzata dell’Ue sugli asset manager, attraverso la vigilanza diretta dell’Esma. All’interno del documento Asset Management Supervision: why passporting remains the best supervisory model for Europe, Efama difende con forza l’attuale modello di passporting, secondo cui un gestore di fondi autorizzato in uno Stato membro può operare in tutta l’Unione sotto la supervisione del proprio Paese d’origine.

Sebbene permangano alcune barriere transfrontaliere, la vigilanza centralizzata non le risolverebbe, poiché derivano da norme nazionali diverse.

Tra queste:

  • obblighi di reporting, compresi i format di reporting statistici e fiscali
  • regole di marketing, tra cui l’approvazione preventiva dei materiali, i requisiti di traduzione, l’applicazione incoerente dell’Sfdr e le label nazionali di sostenibilità
  • vincoli operativi, tra cui trattamenti divergenti delle azioni frazionate e dei conti omnibus
  • fee di registrazione variabili e approcci incoerenti alla commercializzazione dei Fia, in particolare per gli investitori semi-professionali e al dettaglio

La relazione dimostra che la centralizzazione della vigilanza non migliorerà in modo sostanziale la qualità della vigilanza nel settore della gestione patrimoniale per almeno tre ragioni principali:

  1. l’Esma non dispone delle risorse e delle competenze necessarie per vigilare efficacemente sui (grandi) gestori patrimoniali transfrontalieri. Alcune autorità di vigilanza nazionali hanno acquisito competenze approfondite nel corso di molti decenni, che sarebbero molto difficili da replicare per l’Esma.
  2. la vigilanza diretta dell’Esma comporterebbe un doppio livello di vigilanza se la vigilanza sulle società di gestione fosse trasferita a livello dell’Ue, mentre la vigilanza sui prodotti rimarrebbe a livello nazionale.
  3. le divergenze di opinione tra i membri del collegio di vigilanza ritarderebbero il processo decisionale e inciderebbero negativamente sulla capacità dei gestori patrimoniali di rispondere alle richieste e agli stress di mercato.

«Ciò che migliorerebbe la vigilanza sulla gestione patrimoniale, e che è assolutamente necessario, è semplificare e migliorare la rendicontazione e la condivisione dei dati in tutta l’Ue – si legge nel comunicato diffuso da Efama -. L’attenzione dovrebbe concentrarsi sul miglioramento della distribuzione transfrontaliera dei fondi piuttosto che sulla modifica di un sistema di vigilanza che funziona bene».

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