IL POSITION PAPER DEI COMMERCIALISTI EUROPEI

Accountancy Europe: «Più assurance Esg»

5 Lug 2020
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Mentre è in corso la revisione della direttiva sulla Dnf, l’associazione dei commercialisti avanza tre precise richieste sull’assurance dei dati non finanziari: obbligatorietà per tutti, requisiti uniformi con quelli financial, supervisione pubblica

Oltre ad ampliare la portata della normativa europea sulla dichiarazione non finanziaria (Dnf), attualmente in fase di revisione, andrebbero rafforzati anche i processi di verifica esterna, per renderli omogenei a quelli previsti per i dati finanziari. Questa, in sintesi, la posizione espressa da Accountancy Europe nel position paper “Setting up for high-quality non-financial information assurance in Europe”, pubblicato il 12 giugno.

La federazione dei commercialisti europei, che riunisce 51 organizzazioni professionali nazionali (fra le quali il Consiglio nazionale dei commercialisti italiani), ribadisce l’importanza delle informazioni non finanziarie (per aziende, investitori e stakeholder), che dovrebbero essere «comparabili in termini di definizioni, qualità, affidabilità e pertinenza». Per garantirne l’affidabilità, le informazioni riportate devono essere verificabili, con oggetto appropriato e criteri di segnalazione adeguati. «La revisione esterna indipendente migliora l’affidabilità della disclosure, rafforza la fiducia nei mercati e contribuisce agli obiettivi finanziari sostenibili globali», si legge nel documento. Per questo Accountancy Europe, già intervenuta in passato sulla razionalizzazione degli standard di reporting (vedi l’articolo: Dnf, gli standard dei commercialisti Ue) definisce tre condizioni per migliorare i processi di revisione dei dati non financial, quindi la loro qualità: assurance obbligatoria nel quadro normativo Ue, standard professionali applicabili a tutti i fornitori di assurance, e una supervisione pubblica sui revisori.

REVISIONE OBBLIGATORIA

Secondo l’associazione, il quadro normativo dovrebbe imporre l’assurance a livello europeo. Se l’ambito di applicazione della direttiva verrà esteso a nuove società, come i commercialisti auspicano, «i requisiti di assurance dovrebbero essere applicabili anche a tali società». Non solo: dal momento che esistono attualmente due differenti livelli di affidabilità (limited o reasonable), il documento auspica un’uniformazione al livello più alto, ossia “reasonable”, da implementare con un periodo di transizione dai tre ai cinque anni. In definitiva, il livello di affidabilità dell’informativa finanziaria «non dovrebbe essere diverso da quello di un’informazione finanziaria», anche vista la connessione sempre più necessaria fra le due tipologie di reporting. Inoltre, l’oggetto dell’assurance dovrebbe essere «chiaramente definito a livello Ue», con definizioni precise dei requisiti normativi in materia di affidabilità.

STANDARD PROFESSIONALI per TUTTI 

Il fornitore di servizi di assurance (revisore legale, o altro professionista indipendente) dovrebbe attenersi a «principi e requisiti specifici per garantire la qualità del servizio fornito». Per migliorare la pertinenza e l’affidabilità dei dati non finanziari, il revisore dovrebbe quindi «essere tenuto ad applicare standard professionali internazionali», che riguardano:

  • Competenza: dato che la revisione di informazioni non finanziarie richiede un elevato livello di competenza ed esperienza su una vasta gamma di questioni (ambientali, sociali, risorse umane, governance, audit, reporting, ecc), è indispensabile un «modello multidisciplinare» per sviluppare le abilità richieste. Allo stesso modo, «sono fondamentali le competenze dei revisori contabili», anche per migliorare la connessione tra financial e non.
  • Quality management: i servizi di assurance dovrebbero essere forniti nell’ambito di un sistema di gestione della qualità dedicato, come l’International standard on assurance (Isae) 3000.
  • Requisiti etici, compresa l’indipendenza: i requisiti di integrità, obiettività, riservatezza, competenza professionale, dovuta cura e comportamento professionale, dovrebbero essere applicati a tutti i fornitori di servizi di assurance.

Accountancy Europe prevede che sarà necessario «sviluppare norme specifiche in materia», poiché la pratica di reporting non finanziario è ancora in fase di maturazione.

SUPERVISIONE PUBBLICA SUI REVISORI

Data la crescente importanza dei dati non finanziari per gli investitori, secondo l’associazione «è necessaria una supervisione pubblica sui fornitori di servizi di assurance». Questa garantirebbe infatti che i principi e i requisiti necessari (auspicati nel documento) siano soddisfatti dal revisore e aggiungerebbe credibilità al servizio. Il ruolo di supervisore dovrebbe essere affidato alle competenze degli organi di controllo esistenti, estendendo il loro mandato attuale (l’Action plan Ue prevede di implementare un meccanismo simile, con a capo Esma, per chi verifica i green bond: vedi l’articolo Chi verificherà i Green bond europei). Anche in questo caso, data la connessione necessaria tra informazioni finanziarie e non finanziarie, avere organismi di supervisione differenti «potrebbe creare confusione».

Fabio Fiorucci

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