l'ente fu coinvolto nel flop autocostruzione a filetto

Alisei Ong, idoneità revocata e restituita*

10 Giu 2014
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Qualcosa che non andava doveva effettivamente esserci se, a distanza di otto mesi dall’interrogazione parlamentare che chiedeva di fare chiarezza, il ministero degli Affari esteri ha revocato il riconoscimento di idoneità di Alisei Ong per la cooperazione e lo sviluppo [revoca poi annullata, vedi note]**

Qualcosa che non andava doveva effettivamente esserci se, a distanza di otto mesi dall’interrogazione parlamentare che chiedeva di fare chiarezza, il ministero degli Affari esteri ha revocato [tale revoca è stata poi annullata, vedi note]** il riconoscimento di idoneità di Alisei Ong  per la cooperazione e lo sviluppo. Ne ha dato notizia il 3 giugno scorso lo stesso ministero sul portale della Cooperazione allo Sviluppo («Si comunica che la Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo ha disposto la revoca del riconoscimento di idoneità nei confronti della Ong Alisei») senza motivare la decisione. Ma, appunto, alla base della revoca potrebbe esserci l’interrogazione sollevata lo scorso ottobre da alcuni senatori del MoVimento 5 Stelle, in cui la senatrice Elena Bulgarelli chiedeva tra l’altro «se il Ministro degli Affari esteri non ritenga che siano venuti meno i criteri relativi al riconoscimento dell’idoneità di Alisei Ong alla gestione dei progetti di cooperazione così come stabilito dalla legge n. 49 del 1987».

Nel momento in cui stiamo chiudendo l’articolo (lunedì 9 giugno h 19), Alisei nel suo sito Internet non dà notizia della revoca, anzi nella sezione “Chi siamo” la Ong scrive di essere «riconosciuta dal Ministero degli Affari Esteri come idonea a gestire interventi di cooperazione, aiuto umanitario informazione ed educazione allo sviluppo nei Paesi terzi e in Italia».

Alisei Ong è stata coinvolta in passato in una brutta storia di autocostruzione finita in tribunale e di cui ETicaNews si è occupata in passato (Filetto, storia di un fallimento sociale).

Il caso della Alisei Ong *** è stato sollevato nel 2012 dalle famiglie di autocostruttori di Filetto riunite nella cooperativa “Mani unite”, un piccolo paese alle porte di Ravenna, che dopo avere lavorato per oltre due anni alla realizzazione delle proprie case sostengono di essere rimasti truffati per la sparizione di Alisei srl (questa la società che partecipava al progetto) con gran parte dei soldi necessari a finire i lavori. ****

D’ora in poi la Alisei Ong non potrà più ricevere fondi pubblici per operare all’estero**. Ma che ne è di Filetto?

«La cooperativa Mani Unite ha avuto un incontro il 5 giugno con il sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci che ci ha ribadito verbalmente la proposta che già ci aveva fatto circa un anno fa – spiega Mattioli – . La proposta, che formalmente non ci è mai pervenuta, prevede che il Comune concluda le due palazzine e che gli appartamenti saranno dati in locazione per sette anni con la possibilità di acquistare la casa, ma a un prezzo più alto rispetto a quello del progetto iniziale (130mila euro al posto di 85mila euro). Stiamo valutando la risposta».

Nel frattempo i soggetti coinvolti hanno intrapreso le vie legali. «Con Banca Etica abbiamo in corso una causa – dice Mattioli -. L’istituto ha fatto istanza di pignoramento alla nostra cooperativa per 1.364.000 euro, cioè il prestito iniziale aggravato dagli interessi passivi. All’udienza che si è tenuta inizio maggio, la banca ha chiesto il rinvio perché qualche giorno prima ha raggiunto con il Comune di Ravenna un accordo transattivo che stabilisce che l’amministrazione si assume una parte del debito (780mila euro) che corrisponde alla quota prevista dalla convenzione stipulata dalla coop e dal Comune e per cui l’ente deve risarcire gli autocostruttori del lavoro svolto. Il Comune ha chiesto che l’accordo transattivo chiuda la vertenza tra Banca Etica e la cooperativa».

C’è, però, ancora in ballo una causa che il Comune ha fatto alla coop per danno erariale. «Se la situazione non cambia, il Comune ci chiede 3 milioni di euro», dice Mattioli.

Mani Unite a sua volta ha fatto una causa civile comune al Comune di Ravenna, ad Alisei e a Banca Etica con varie attribuzioni di responsabilità. L’udienza è prevista per il 25 giugno.

Senza accordi, la vicenda continua con i tempi della giustizia italiana.

Fausta Chiesa

Notizia modificata il 17 luglio 2015, ore 18.45

In seguito all’intervento della Alisei Ong, l’articolo è stato integrato e modificato come segue, e vengono pubblicate le seguenti precisazioni:

* Il titolo è stato modificato. Quello precedente era “Alisei Ong, revocata l’idoneità”

** Alisei Ong precisa che:

Con riferimento al provvedimento di revoca dell’idoneità di Alisei Ong assunto con Decreto Ministeriale (“D.M”). n. 2014/337/001589/2 del 27/5/2014 dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione, si precisa che tale provvedimento é stato annullato in autotutela dallo stesso Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione con successivo D.M. n. 2014/337/003466/3. L’annullamento in autotutela é stato adottato dal Ministero a seguito dell’ordinanza n. 05406/2014 del 29/10/2014 del Tar Lazio (consultabile sul web) che aveva accolto il ricorso inoltrato da Alisei Ong. Il provvedimento del Ministero degli Esteri dell’11/11/2014 di annullamento in autotutela della revoca ha eliminato ex tunc (cioè all’origine) il provvedimento di revoca dell’idoneità del 27/5/2014 e pertanto la revoca dell’idoneità non produce e non ha mai prodotto effetti giuridici. Per tale ragione Alisei Ong è e rimane senza alcuna soluzione di continuità Ong idonea in base ai termini della legge 49/87.

Viene altresì segnalato che

Come pubblicato sul sito del Ministero degli Esteri , il MAECI il 22/01/2015 ha riemesso – a seguito dell’annullamento in autotutela del precedente – un nuovo D.M. di revoca dell’idoneità (n. 2015/337/000076/2 ) ritenendo di sanare con questo secondo decreto le irregolarità che secondo il TAR avevano viziato il primo e cioè :  

  • violazione dell’art. 7 della legge 240/1991,
  • violazione del principio del contraddittorio, legato in particolare al fatto che il Ministero aveva emesso il D.M. di revoca del 27/05/2014 senza comunicare ad Alisei Ong l’avvio e le motivazioni del procedimento e senza dunque consentire ad Alisei Ong di fornire le proprie osservazioni e controdeduzoni.

A seguito di ulteriore ricorso al Tar Lazio inoltrato da Alisei Ong per l’annullamento del nuovo provvedimento di revoca, il 27/03/2015 il Tribunale ha sospeso in via cautelare provvisoria il nuovo provvedimento di revoca con decreto monocratico n. 01363/2015  e successivamente il 23/04/2015 ha emesso l’ordinanza N. 01767/2015 di sospensione dello stesso decreto, accogliendo per questa fase cautelare il primo dei motivi di contestazione della Ong e cioè che (citando l’ordinanza):

  •       “ il ricorso appare assistito da sufficiente fumus boni iuris sotto il profilo della dedotta violazione dell’art. 10 della legge 241/1990” e
  •         “il provvedimento impugnato non appare sufficientemente motivato”.

Successivamente in data 10/06/2015 il Consiglio di Stato ha respinto con Ordinanza n. 02533/2015  il ricorso presentato dal Ministero degli Esteri contro l’ordinanza del Tar Lazio di cui sopra, ribadendo nelle motivazioni che “l’impugnata ordinanza cautelare ha correttamente rilevato l’insufficiente motivazione che inficia il provvedimento di revoca oggetto di gravame”.

 Per effetto della sospensione del D.M. decisa dal Tar e ribadita dal CdS il provvedimento di revoca del 22/01/2015 non produce alcun effetto giuridico e, come pubblicato nel sito della Cooperazione Italiana, Alisei Ong è nell’albo delle Ong idonee ex legge 49/87.

Il Tar del Lazio ha fissato al 27/01/2016 l’udienza inerente la decisione definitiva in sede collegiale sull’annullamento del D.M, a seguito della sospensione cautelare accordata, in cui verranno valutate in dettaglio le contestazioni di Alisei Ong sull’illegittimità del provvedimento.

*** A tale proposito, Alisei Ong precisa di essere una organizzazione non governativa (senza fini di lucro) che opera da 29 anni nel campo della cooperazione internazionale e dell’aiuto umanitario, avendo realizzato oltre 500 progetti in 46 Paesi del Sud e del Nord del mondo a favore della tutela dei diritti umani, della sicurezza alimentare e della difesa ambientale con il contributo di numerosi donatori pubblici (Commissione Europea, Ministero degli Affari Esteri, Nazioni Unite, etc.) e privati.

Alisei Ong ha una lunga esperienza della metodologia dell’autocostruzione, sperimentata all’estero in progetti di cooperazione allo sviluppo ed ha promosso con attività di sensibilizzazione e divulgazione la sua sperimentazione in Italia. Alisei Ong non ha invece mai partecipato ad alcun bando pubblico per la gestione di cantieri di autocostruzione, non ha mai gestito alcun cantiere di autocostruzione né ha mai ricevuto alcun finanziamento che sia in relazione con la gestione di cantieri di autocostruzione in Italia.

 

**** L’articolo originale conteneva la seguente frase:

[Uno dei protagonisti della storia, l’autocostruttore e vice presidente della cooperativa Matteo Mattioli sul suo blog definisce la Ong «responsabile della distrazione di denaro in oltre una dozzina di cantieri in Italia di autocostruzione assistita del progetto “Un Tetto per Tutti” e del fallimento di altri progetti internazionali di Cooperazione Internazionale, finanziati con fondi pubblici».]

 

Alisei Ong ha replicato definendo

“notizie” false, infondate e gravemente diffamatorie dell’onorabilità della Ong Alisei, le notizie estratte dal blog del sig. Matteo Mattioli. Falso e gravemente diffamatorio è infatti quanto affermato dal Mattioli e riportato dall’articolo che la Ong sia «responsabile della distrazione di denaro in oltre una dozzina di cantieri in Italia di autocostruzione… e del fallimento di altri progetti internazionali di Cooperazione Internazionale».

A riguardo si precisa che Alisei Ong il 5/6/2013 ha provveduto a diffidare il sig. Mattioli perché si astenesse dal diffondere informazioni false e calunniose (la diffida è visibile sul sito web della Ong) e, a seguito del persistere di questa azione diffamatoria, lo ha querelato.

 

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